Il dicastero al lavoro per verificare gli indici relativi agli studi di settore, nella regione dovrebbe restare immutata la

La situazione di ogni comune disegnatadal ministero dele Finanze,
classificazione adottata nel passato per individuare fatturati presunti e tributi da pagare da parte degli autonomi nel commercio Bastia bate Assisi e deludono Todi, Gubbio e Spoleto

 


BRUNO COLETTA



Il ministero delle Finanze ha iniziato, nell’ambito degli studi di settore, la revisione delle classi di terrorialità di ogni comune. Ma per l’Umbria, almeno a livello dell’indice sintetico di ogni municipio (ossia l’indice che indica il livello generale di ricchezza economica e benessere sociale), non dovrebbero esserci sostanziali variazioni rispetto al passato.
L’assegnazione – sia per quanto riguarda l’indice sintetico generale, sia ancora di più per ciò che concerne i singoli settori e sotto settori economici – a una classe piuttosto che a un altra è molto importante ai fini fiscali, perché determina – per ogni impresa e lavoratore autonomo – il livello minimo di fatturato, dichiarando sotto il quale scatta quasi automaticamente la verifica del fisco.
Per fare un esempio nel settore del commercio, a un determinato tipo di negozio viene assegnato un minimo di fatturato presunto in base alla classe in cui è inserito il comune in cui è ubicato. Più è elevata la classe, più è alto il livello di fatturato presunto, più quindi il negozio in questione deve pagare al fisco in termini di tasse. Così (vedere tabella in alto a destra) lo stesso tipo di esercizio commerciale ha un fatturato presunto più elevato (quindi paga più tasse) a Bastia che ad Assisi, perché nel settore distributivo Bastia è in classe 5, più “ricca” rispetto alla 2 in cui è invece inserito Assisi. Se il negozio in questione dichiara un fatturato inferiore a quello presunto dal ministero, come detto scatta quasi automaticamente l’accertamento.
Va detto inoltre che l’assegnazione di un comune a una classe piuttosto che a un altra è frutto, oltre che di dati statistici oggettivi predeterminati, anche del confronto dell’Agenzia delle Entrate con le forze sociali ed economiche di ogni singolo territorio, che possono avanzare rilievi e suggerimenti e indicare elementi (come ad esempio la crisi di un settore strategico per l’economia del territorio, caso di Deruta per la ceramica) che possono, al di là dei dati statistici oggettivi, convincere l’Agenzia delle Entrate al cambiamento di classe e quindi a modificare i redditi presunti – e le tasse da pagare – dei lavoratori autonomi.

I livelli di ricchezza e benesserein ogni comune umbro



Tornando all’indice sintetico generale, che esprime il livello complessivo di ricchezza e benessere sociale di ciascun comune (vedere tabella in alto a sinistra nella pagina PDF), vengono presi in considerazione tre indicatori di scolarizzazione (percentuali di laureati e diplomati, di alfabeti senza titolo di studio e di analfabeti), cinque del livello del benessere (reddito disponibile per abitante, impieghi bancari per abitante, depositi bancari per abitante, autovetture per 100 abitanti, autovetture con cilindrata superiore a 2mila cc per 100 abitanti) e 6 di sviluppo economico produttivo (unità locali attive nei servizi alle imprese per 100 abitanti, unità locali attive del credito per 100 abitanti, unità locali attive nell’industria non artigiana per 100 abitanti, unità locali attive artigiane per 100 abitanti, unità locali attive nei trasporti per 100 abitanti, unità locali attive nel commercio per 100 abitanti). A ogni comune viene assegnato un punteggio che viene poi sintetizzato in un numero che determina il gruppo di appartenenza. A scorrere la tabella in alto a sinistra che riguarda le classi a cui sono assegnati i comuni umbri, c’è qualche sorpresa. Come ad esempio il minore livello di ricchezza registrato a Magione rispetto agli altri comuni del Lago (Magione è in classe 1, come Tuoro, mentre Castiglione del Lago, Città della Pieve, Panicale e Passignano sono in classe 3). E come il posizionamento di Massa Martana in classe 1 – che è buona ma non certo la migliore come invece la classe 3 in cui sono inserite tra l’altro Perugia, Terni, Città di Castello, Foligno, Gubbio e Todi – nonostante la presenza in questo comune di due grandi imprese come l’ex Elettromontaggi (oggi Emicom) e Angelantoni. Nell’area di Perugia Corciano presenta indicatori migliori rispetto a quelli di Torgiano, nel Folignate il capoluogo comprensoriale svetta su tutti gli altri municipi, Spoleto batte nettamente Campello, Trevi e Spello. In Valnerina Norcia batte Cascia, in Altotevere San Giustino appare economicamente e socialmente più debole di Città di Castello e Umbertide, mentre nel Ternano delude Narni, inserita come Amelia in una classe (la 1) inferiore a quella di Orvieto e Terni (la 3). Da rilevare che in classe 4 (economia spiccatamente  piccolo artigiana, livello medio-basso di benessere) ci sono solo Vallo di Nera e Monte Santa Maria Tiberina, mentre nessun comune
umbro si trova nella classe peggiore, la 5 (aree di marcata arretratezza economica, basso livello di benessere e scolarità poco sviluppata).

“La classificazione dei Comuni – afferma l’Agenzia delle Entrate – essendo finalizzata a misurare l’influenza della localizzazione territoriale delle imprese sulla loro capacità di produrre ricavi, coglie le differenze qualitative tra i comuni in termini di sviluppo socio-economico, a prescindere dalla loro dimensione geografica e/o demografica. In un procedimento di clustering di tipo multidimensionale, quale quello adottato, l’omogeneità dei gruppi territoriali deve essere interpretata, non tanto in rapporto alle caratteristiche dei singoli indicatori, quanto in funzione delle principali interrelazioni tra gli indicatori esaminati che contraddistinguono il gruppo stesso e che concorrono a definirne il profilo”.
Il settore del commercio Per il settore del commercio la classificazione dei comuni avviene, oltre che sulla base dei parametri generali indicati sopra, anche alla luce di 8 specifici indicatori di settore (autorizzazioni commerciali in sede fissa alimentare per mille abitanti; autorizzazioni commerciali in sede fissa non alimentare per mille abitanti;
autorizzazioni commercio ambulante per mille abitanti; grandi magazzini e impermercati per mille abitanti; superficie grandi
magazzini per mille abitanti; supermercati alimentari per mille abitanti; superficie grandi magazzini per mille abitanti; supermercati alimentari per mille abitanti; superficie supermercati alimentari per mille abitanti; modernizzazione del commercio, calcolato come rapporto tra il numero di grandi magazzini e supermercati alimentari sul numero di autorizzazioni del commercio in sede fissa).


Anche in questo specifico settore non mancano le sorprese, come il posizionamento di Bastia in una classe – la 5 – più ‘ricca’ di quella in cui si trova inserita Assisi – la 2 – In sostanza, uno stesso negozio, in virtù di un maggiore fatturato presunto, paga al fisco più tasse a Bastia che ad Assisi.
In Altotevere Città di Castello batte Umbertide, nel senso che nel settore del commercio è inserita in una classe più ‘ricca’, quindi con fatturati minimi più elevati. Ed è da rilevare che, sempre in Altotevere, San Giustino recupera terreno rispetto alla posizione occupata nell’indice sintetico generale e nel settore del commercio batte Umbertide.
Nel Folignate è il capoluogo comprensoriale a mostrare la migliore vocazione commerciale, mentre nell’area del Trasimeno brilla su tutti Passignano che, sul fronte della forza, dell’innovazione e della redditività del settore commerciale, supera nettamente anche Castiglione del Lago. Todi a sorpresa, non brilla, con un tessuto commerciale prevalentemente tradizionale e un livello di benessere inferiore a quello di realtà come Deruta, Spello, Corciano e Citerna. E delude anche Gubbio, più o meno nella stessa situazione di Todi e superata da Gualdo Tadino. Delude inoltre pure Spoleto, che nel settore si trova nella stessa classe di comuni più piccoli e meno brillanti e vivaci. Nell’area, peraltro, Spello supera seccamente Spoleto.
In Valnerina Cascia e Norcia nel settore distributivo sono appaiate, mentre nel Ternano il capoluogo provinciale supera tutti e, a parte Terni, soprattutto sul piano dell’innovazione commerciale la situazione ristagna un po’ dappertutto, con la situazione peggiore evidenziata a Baschi e con Sangemini che si mostra molto debole. Nell’area di Perugia il capoluogo regionale svetta, seguita da Corciano.
In coda (gruppo 4) ci sono Costacciaro, Lisciano Niccone, Monte Castello di Vibio, Monteleone d’Orvieto, Paciano, Po-lino, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera, Valtopina e, appunto Baschi.
Settore commerciale assai debole (gruppo 7), oltre che a San-gemini, anche ad Allerona, Calvi, Collazzone, Ferentillo, Fratta Todina, Monte S. M. Tiberina, Parrano, Poggiodomo, Porano, San Venanzo e Stroncone.

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