Bastia

Resta in prognosi riservata il tifoso caduto allo stadio

Lesioni a vertebre e costole, non rischia la vita. Il ds del Bastia, Milioto: mancava l’ambulanza. La risposta: non sarebbe servita a niente
Serviranno ancora trentasei ore prima che venga sciolta la prognosi sulle condizioni del ventiseienne tifoso del Bastia ricoverato all’ospedale di Assisi da domenica pomeriggio dopo essere caduto dagli spalti dello stadio di Valfabbrica dove era ad assistere al match fra la sua squadra del cuore ed il Casacastalda.Non è in pericolo di vita, ma secondo le ultime notizie il giovane avrebbe riportato lo schiacciamento di alcune vertebre e la frattura di alcune costole, conseguenza della caduta, che sarebbe avvenuta su un fianco.A 24 ore di distanza dall’episodio, la dirigenza del Casacastalda, società ospitante,sottolinea per bocca del direttore sportivo Silvano Minelli come “è davvero avvenuto un miracolo, perché quando uno cade da sei metri e resta vivo, riportando anche conseguenze minime rispetto all’impatto, può essere definito soltanto così”. Sul fronte bastiolo, il direttore sportivo Agostino Milioto punta l’accento sulla mancanza di un’ambulanza:“Non è obbligatoria federalmente – dice -ma quando si ha la responsabilità di cinquecento persone che sono presenti allo stadio, sarebbe necessario che venisse noleggiata, al fine di tutelare l’incolumità delle persone”.Immediata la risposta del Casacastalda:“D’ora in poi ci sarà sempre – spiega Minelli – ma vorrei sottolineare che se anche ci fosse stata, non sarebbe servita a nulla, perchè un ferito in quelle condizioni non può essere trasportato da volontari.Se il ragazzo è vivo, è grazie all’intervento del nostro medico Ernestro Chinea,
intervenuto sul posto con il nostro defibrillatore (insieme ai medici del Bastia Yuri Sforna e Francesco Andreani,anche loro immediatamente accorsi ndr).
Ci fosse stata l’ambulanza con i volontari,il nostro medico non avrebbe mai autorizzato il trasporto. La famiglia del ragazzo ci ha ringraziato per l’intervento tempestivo. Adesso speriamo soltanto che per lui questo incubo finisca presto”.

di EMANUELE LOMBARDINI

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