La netta sconfitta del sì al referendum ha nette implicazioni sul piano politico e sposta a destra sia culturalmente che socialmente l’ asse politico.
Innanzitutto dopo 10 anni di mancati quorum ai vari referendum succedutesi questo istituto democratico rischia di essere depotenziato se non annullato anche per gli errori di chi ne ha abusato.
La vittoria del fronte astensionista, che non è necessariamente l’ accettazione delle ragioni del no, è innanzitutto quella delle gerarchia della Chiesa Cattolica che con una pesante ingerenza ed ipoteca sono intervenute nel dibattito politico.
Tutto ciò ha reso l’Italia molto più simile ad uno stato confessionale che laico, rilancia e favorisce l’ ipotesi di un progetto neocentrista con l’ appoggio della Chiesa ed indebolisce ulteriormente il progetto politico di costruzione dell’ Unione nel centrosinistra a tal punto che Berlusconi si è spinto a chiedere a Rutelli di spostarsi nel centrodestra.
Questi effetti nefasti del risultato referendario non nascono solo dalla forza politica e dalle ragioni del fronte astensionista, ma sono anche il frutto dello scarso impegno delle forze del centrosinistra, al di là delle divisioni nella Margherita.
Infatti è stato ben visibile a tutti, indipendentemente dal boicottaggio informativo televisivo (iniziale soprattutto), lo scarso impegno, se non nullo in particolare sui territori, delle forze politiche del fronte del SI’ che non ha confronto con le energie profuse appena 3 mesi fa per la campagna elettorale per le regionali.
Manifesti non affissi, volantini non dati, iniziative non fatte, mercati non frequentati, casa per casa inesistente, la pletora di consiglieri regionali, provinciali, sindaci, parlamentari scomparsi mentre nei mesi scorsi erano superimpegnati in cene continue, iniziative quotidiane, lettere elettorali a dismisura, telefoni roventi.
Forse gli interessi delle carriere personali o di gruppi di potere sono importanti, mentre la difesa di interessi collettivi si fa solo a tempo perso?.
Per chi nel centrosinistra sa che la politica non è fatta solo di messaggi mass-mediatici, ma soprattutto incontro e discussione collettiva non può non prendere atto della degenerazione politica che è in atto e provare a cambiare se vuole vincere le elezioni politiche, visto che anche in Umbria è riuscito a portare al voto referendario solo una parte del proprio elettorato.
Partito della Rifondazione Comunista
di Bastia Umbra – Circolo “Rosanna Cipolla
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