Sono venti le strutture sul territorio che non sono più a norma: si pensa al cambio di destinazione d’uso
BASTIA UMBRA – All’incirca venti stalle che coprono 22mila metri quadrati del territorio comunale: questo il dato che sta sopra la scrivania del sindaco Ansideri e che con molta probabilità dopo la pausa estiva sarà presentato al consiglio comunale. Il censimento delle strutture di cui si è parlato alcuni mesi fa è di fatto pronto, anche se ancora gli uffici dell’assessorato all’Urbanistica devono limare alcuni dati.
Di sicuro il dossier passerà in Giunta dove il sindaco si confronterà con la sua squadra per mettere a punto le mosse, anche se la strada al momento sembra tracciata: le venti stalle, dato che non sono in regola con le norme (allaccio al depuratore di Bettona) e alcune di loro sono situate in zona a rischio esondazione, dovranno essere riconvertite. Insomma, ci sarà un cambio di destinazione d’uso: e su questo versante molto delicato anche la Provincia dovrà dire la sua. Questo il quadro che emerge dal punto di vista amministrativo, ma c’è anche quello strettamente politico. Su questo versante, il sindaco Ansideri sembra essere ancora convinto di quanto sostenuto alcuni mesi fa davanti al consiglio comunale riunito per discutere del problema: la migliore soluzione è un atto condiviso tra maggioranza e opposizione perché una decisione come questa, ha sottolineato il primo cittadino, «interessa tutti ed è nell’interesse di tutti». Un appello, quello lanciato dal sindaco, che verrà raccolto dai partiti del centrosinistra? Difficile dirlo, anche se le ultime polemiche sulla gestione dei progetti di riqualificazione urbanistica (vedi la presentazione pubblica del laboratorio dell’UrbanLab) non fanno certo ben sperare.
Si vedrà nelle prossime settimane quello che sarà l’atteggiamento del centrosinistra, ma è chiaro che il problema non riguarda solo il cambio di destinazione d’uso delle stalle sul territorio comunale, ma i progetti di riqualificazione urbana della città nel suo complesso (ex Deltafina e area Franchi, solo per citare i più importanti). Al momento però, nonostante sia il sindaco sia la maggioranza abbiano preso consapevolezza del problema dei tempi di consegna dei progetti, su questo versante non si registrano cambi di rotta. A chiudere sul cambio di orario del servizio serale compiuto dai vigili. Le trattative tra l’assessore Renzini e il comandante dei vigili urbani Berardi al momento sembrano essere in alto mare: Berardi, nel primo faccia a faccia, avrebbe manifestato delle perplessità sull’ipotesi di un cambio di orario che sposterebbe in vanti la chiusura del turno serale dei vigili. Renzini però non demorde, e come punto di mediazione, è pronta a proporre che il provvedimento entri in funzione solo ed esclusivamente nei fine settimana. Se ci sono reali possibilità d’accordo la trattativa si chiude nei prossimi giorni, altrimenti tutto invariato.
di LUCIO FONTANA

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comments (6)

  • è assolutamente richiesto il concerto su queste note…

  • 22000 mq circa 65000 mc che si vogliono ridistribuire in un territorio già martoriato dai mc e in un momento dove non c’è più richiesta di abitazioni ma addirittura sono in esubero????????, ma c’è proprio bisogno di riconvertire?.
    Le leggi sembra che già ci siano per recuperare edifici esistenti, utilizzassero quelle. Se sono edifici dismessi e in zone a rischio e addirittura non regolari fateli demolire non fate i soliti artifizi all’italiana per accontentare qualcuno per consumare ulteriormente territorio.

  • Piano regolatore, c'è o ci fa.

    SENZA PAROLE. Riciclaggio in grande stile.

  • Con questa logica tutti i volumi potrebbero essere riciclati e dove andremmo a finire tutti i volumi dismessi ridistribuiti. Se sono dismessi avranno finito il loro ciclo di utilizzo hanno perso la loro funzione ed eventualmente recuperati con le leggi esistenti. Questa storia sa di regalia.

  • Demolite tutto, portate via i calcinacci, e fate rilavorare la terra…

  • Piano regolatore, c'è o ci fa.

    22.000 metri quadrati diviso i 100 metri di un normale appartamento, fanno 220 appartamenti. Oppure, 22.000 metri quadrati per 2.000 euro al metro fanno 44.000.000 di euro. Tolte le spese, equivale comunque ad un bel sei al superenalotto.

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