LA DETERMINAZIONE del Tar di pronunciarsi il 7 marzo 2012 sul merito della questione delle quote ‘rosa’ è favorevole al Comune o al comitato che si è rivolto al tribunale? Al momento entrambi gli schieramenti si dicono soddisfatti e polemizzano a distanza. «Lo statuto del Comune non prevede ‘quote rosa’ — ribadisce il sindaco Claudio Ricci che adombra anche palesi e sostanziali vizi di forma nella presentazione —. La lista Bartolini sperava, con la richiesta di sospensiva, di creare problemi all’amministrazione; non essendo stata accolta, la giunta va avanti a pieno ritmo operativo. E anche la sentenza sul ‘merito’ è destinata a dar vita a ricorsi che dureranno anni».«L’atteggiamento del sindaco è incomprensibile — afferma Maria Grazia Ricci, presidente dell’associazione Gylania, fra i sottoscrittori del ricorso al Tar —. Si tratta di un atteggiamento che non fa onore al primo cittadino e alla giunta perché conferma l’insensibilità nei confronti di un tema che ha a che fare con i diritti delle donne e con la coscienza civile del nostro Paese e mette in evidenza la non consapevolezza di essere venuti meno a un obbligo di legge sulla parità di genere». Il Tar ha applicato il nuovo codice del processo amministrativo che recita ‘il Tar, in sede cautelare, se ritiene che le esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito, fissa con ordinanza collegiale la data di discussione del ricorso nel merito — ribatte l’avvocato Franco Matarangolo, che ha patrocinato il ricorso al Tar —. Come si vede un viatico favorevole alle ragioni dei ricorrenti, che possono trovare un’adeguata e sollecita definizione con una decisione accelerata del merito, senza passare da un provvedimento cautelare, per sua natura provvisorio. Le ragioni del mancato inserimento delle donne in giunta perché c’è la segretaria comunale e la presidente del consiglio, sono giustificazioni poco serie».
Maurizio Baglioni

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