Ada Spadoni Urbani*
Dall’esame del documento di programmazione, a mio avviso, si desumono effetti disastrosi evidenziati anche dagli attori del tavolo della concertazione del Dap o del Patto per lo Sviluppo. Si parla di assenza di risorse finanziarie, di assoluta inesistenza di una politica industriale della regione, di mancanza di una seria e concreta politica energetica che sia in grado di fornire fattori a basso costo all’industria.
Le organizzazioni sindacali parlano di debolezze strutturali, di crescita occupazionale con diminuzione di valore aggiunto e di capitale, basso ricorso a figure dotate di professionalità ecc. Mi auguro che qualche consigliere di maggioranza si risvegli dal torpore e/o dalla catalessi in cui è crollato, perché la grave crisi finanziaria in cui è caduta la regione dell’Umbria, richiede interventi immediati e si decida di ristabilire la centralità del Consiglio regionale che non può continuare a fare il passa carte di una gestione politica scellerata. Ecco degli elementi significativi della deriva politica – amministrativa, economico finanziaria ed nel bilancio di previsione.
L’indebitamento dell’Ente regione continua ad aumentare inesorabilmente nonostante si sostenga il contenimento delle spese di gestione e la rinegoziazione dei tanti mutui accesi . Il disavanzo di bilancio è pari a 4 volte quello della scorsa gestione. L’aumento sarebbe da imputare alla flessione del Pil regionale ed alla diminuzione conseguente del gettito Irpef e Ilor. Se non si interverrà con tagli alle spese non ci sarà che da ricorrere ad addizionali cosa che nessuno vorrebbe. Diversi sono i conti in entrata da aggiustare tra i quali quelli relativi al gettito della tassa automobilistica poichè il parco macchine regionale sembra abbia avuto una notevole flessione. Anche le tante reiscrizioni con destinazione vincolata, pari a 804.366.896, 37 euro (cioé ben 1.600 miliardi i lire), non spesi entro il 31/12/2003, dimostrano come questa Giunta a fronte dei tanti problemi finanziari esistenti, sia incapace perfino di spendere. Francamente per una regione in cui coralmente da parte delle organizzazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e dalle associazioni degli imprenditori, si chiedono investimenti strutturali, la situazione appare paradossale come paradossale appare il congelamento dei 25 milioni di euro non utilizzati dal Psr (il Piano sviluppo rurale) entro il 2003.
Mentre c’è chi quotidianamente va a Roma a chiedere soldi, poi, forse solo per propaganda, in regione promuove ricorsi di opposizioni al Consiglio di Stato (vedi legge Lunardi, condono edilizio ecc.) nei confronti di provvedimenti che vengono richiamati nel Dap per ottenere finanziamenti, visto che le casse del-la Regione sono vuote. Così operando la Giunta continua a fare propaganda di vecchio stampo sovietico, ricorrendo contro le leggi dello Stato e contro Berlusconi, che come detto, deve occuparsi di trovare risorse per coprire gli sperperi fatti nel passato nella gestione della cosa pubblica.
*Consigliere regionale e coordinatrice provinciale di Forza Italia
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