Occupazione /6 Il calo allo sportello di Bastia è iniziato dal settembre 2008
BASTIA UMBRA – Le offerte di lavoro delle aziende del territorio allo sportello del lavoro di Bastia Umbra sono diminuite in un anno di circa il quaranta per cento. “Il calo repentino delle richieste – spiega l’operatore Marinella Amantini, – si è registrato a partire dal settembre del 2008: da quella data si sono praticamente dimezzate. La flessione non può essere in alcun modo ascrivibile al fatto che, magari, le aziende si sono rivolte altrove, dal momento che nel nostro territorio non operano agenzie interinali. Siamo solo noi che svolgiamo mediazione aziendale, cercando di far incontrare domanda e offerta di lavoro. Siamo il punto di riferimento di un bacino di utenza che dovrebbe comprendere, oltre a Bastia Umbra, Assisi, Bettona e Cannara. Di fatto succede poi che allo sportello del lavoro di Bastia Umbra si rivolgano anche utenti provenienti da Valfabbrica, Torgiano e Ponte san Giovanni”. Il calo è dunque da imputare unicamente alle difficoltà in cui si dimena la nostra economia: è di tutta evidenza che il giocattolo si è rotto. “In un territorio come quello bastiolo – spiega Amantini -, dove fino a da poco fare mediazione era un piacere in virtù della vivacità e della ricchezza del tessuto economico-produttivo, in questo preciso momento registriamo una sola offerta di lavoro: per una commessa con esperienza nel settore dell’abbigliamento. E questo la dice tutta sul periodo che stiamo vivendo. Abbiamo svolto un grande lavoro di ricerca del personale per conto del colosso del bricolage Leroy Merlin, che presto aprirà i battenti ad Ospedalicchio, reperendo, dopo aver raccolto 2mila curricula, i 70 profili professionali richiesti, tra consiglieri di vendita e hostess delle casse. Ora però la situazione è stagnante. E oggi non abbiamo da offrire lavori adeguati ad un laureato e nemmeno a chi è in possesso di un titolo di studio di scuola superiore: un ragioniere, ad esempio, non saprei dove collocarlo. Figuriamoci le persone non specializzate”. Ogni giorno, tra italiani e stranieri, bussa allo sportello, in cerca di un lavoro, un centinaio di persone di tutte le età e con le qualifiche più disparate. E nel momento in cui il lavoro salta fuori, è sempre temporaneo. “I contratti che le aziende propongono –puntualizza l’operatore – sono infatti a chiamata, a tempo determinato, o, in alternativa si tratta di tirocini o stages formativi. Insomma, nessuno propone più contratti a tempo indeterminato. In passato invece dal tempo determinato si passava, col tempo, quasi sempre all’indeterminato.
Ora, alla scadenza dei 3-4-5 mesi di contratto, il rapporto di lavoro il più delle volte cessa. Inoltre, molte aziende richiedono solo personale con sgravi contributivi (in mobilità con o senza indennizzo, oppure iscritti di lunga durata) limitandosi così al pagamento del solo stipendio. A passarsela peggio sono soprattutto i piccoli artigiani, che provano a fare da soli oppure chiudono, di certo non assumono più”. Per fortuna che almeno il turismo della vicina Assisi continua a generare richieste di lavoro. Receptionist, cuochi, aiuto-cuochi, lavapiatti, addetti alla sala e alle pulizie sono ancora profili di cui le strutture ricettive del nostro comprensorio sono alla ricerca. (6/continua)
di MASSIMILIANO CAMILLETTI
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