La Subasio si gode il suo bomber. E Valeriano fa la chioccia
RIVOTORTO DI ASSISI – Nel giorno del giudizio, quello in cui doveva fare a meno del pensatore illuminato in mezzo al campo e dell’esperienza lì davanti, quello in cui sapeva di giocarsi tutto, lui ne è uscito vincente. Con i suoi uomini, con le sue scelte. L’allenatore della Subasio, Coresi, è ancora lì, ad ingranare moduli e movimenti per garantire alla creatura del presidente Draoli una corsia preferenziale verso la salvezza. Fondamentale, a tal proposito, la vittoria interna per 2-1 con il Julia Spello, più che mai sul lastrico. Ora, anche se i suoi detrattori non fossero comunque convinti del suo operato, lui può lasciarsi il momento di empasse alle spalle e concentrarsi sulle prossime battute del campionato. Redivivo protagonista della contesa è stato Claudio Quacquarini, che ammette che “l’assist non è stato volontario, il mio era un tentativo di andare a rete, ma ho soltanto spizzato la palla. Alla fine l’unica cosa che conta è che Brunozzi l’abbia messa dentro”. E poi prosegue: “Non sai mai per quale motivo non riesci a fare risultato. Capita che fai buon gioco, ti esprimi bene, ma non porti a casa nulla. Con la Julia Spello siamo stati meno belli ma più efficaci”. Per poi asserire che “questa vittoria per noi era importantissima. Se non fosse arrivata, ci saremmo trovati in una situazione critica, sia perché la dirigenza si sarebbe giustamente spazientita, sia perché perdere il nostro allenatore avrebbe significato perdere metà del nostro valore”. L’attaccante parla poi della sua prestazione: “Sono felice per come ho giocato. Era la mia prima partita, è una specie di rivalsa. Ma resto con i piedi per terra, so che il primo attaccante della squadra è Valeriano”. Prima scelta Seguono proprio le parole di Luca Valeriano, grande assente di giornata: “Domenica l’importante era vincere, non importava come. Certo – conclude – il risultato non risolve i nostri problemi, ma c’è tempo. Inoltre abbiamo dimostrato di poter andare a segno anche con elementi che non sempre giocano, a riprova che la nostra rosa non è composta da undici titolari, ma da venti”.
Vasco Loreti
Corriere-2010-10-26-pag11S
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