ASSISI IL SINDACO DOPO L’INCONTRO CON L’ASSESSORE REGIONALE TOMASSONI
— ASSISI —SPERANZE per il punto nascita dopo l’incontro fra il sindaco Claudio Ricci, la commissione consiliare e tecnica sull’ospedale e Franco Tomassoni, assessore regionale alla sanità. «L’assessore Tomassoni ha smentito le voci di chiusura del punto nascita di Assisi — riferisce Ricci —. Attualmente, malgrado ancora non sia stato nominato il primario in ostetricia e ginecologia, i nati ad Assisi sono circa 400 l’anno. Una questione sulla quale non c’è stata alcuna riflessione o decisione regionale; Solo dal mese di giugno, resi noti gli indirizzi definitivi nazionali, si potrà affrontare il tema del punto nascita che, comunque, sarà oggetto di incontri fra Regione e i vari territori. Per noi l’ospedale è un punto fondante e non derogabile». Tomassoni, sempre secondo il sindaco di Assisi, ha ribadito l’impegno a mantenere e potenziare l’ospedale di Assisi (che è il primo tema da risolvere visti i limiti imposti del Governo in merito ai 15 ospedali della Regione) migliorando i servizi di base e creando ambiti di specializzazione utili alle rete degli ospedali umbri e di Perugia in particolare. «Vigilerò con grande attenzione in modo che il punto nascita possa essere conservato in Assisi» conclude Ricci. Sulla vicenda è intervenuto anche Giorgio Bartolini, consigliere comunale oggi e sindaco di Assisi dal 1997 al 2006, manifestando grande preoccupazione, insieme ai colleghi di schieramento Emidio Fioroni e Simonetta Maccabei (Polo per Assisi) sul futuro dell’ospedale. «E’circolata la voce che chiuderanno quattro punti nascita, subito a rischio quelli di Assisi e Narni — dice Bartolini —. La ragione addotta anche della Presidente Marini è quella di minori trasferimenti da Roma, una realtà. Ma allora, perché è stato costruito l’ospedale di Pantalla, per lo più vuoto perché gli abitanti di Todi preferiscono andare a Terni e quelli di Marsciano a Perugia?». Bartolini ricorda gli effetti che potrebbero esserci con la chiusura del ‘centro nascita’. Tale struttura rendeva obbligatoria la presenza h24 dell’anestesista, in assenza non sarà più possibile effettuare interventi chirurgici in urgenza; il servizio di pediatria, molto utilizzato, sarà trascinato anch’esso nella chiusura; in radiologia, non facendosi interventi di urgenza, non verranno fatte indagini fuori del normale orario ed il pronto soccorso, non potendo contare su un servizio di chirurgia h24, né su quello di radiologia, né su un supporto pediatrico, dovrà trasferire ogni tipo di urgenza in altro ospedale. «Tutto ciò significa, di fatto, la morte di quello nostro per ridurlo ad un modesto centro di comunità — conclude Bartolini —. Il sindaco di Assisi, che ha sempre tranquillizzato tutti, è, con i suoi collaboratori, muto spettatore di questa fine. Visto che è in gioco la salute della gente, si tratta di un modo di fare gravissimo, che caratterizza un’amministrazione stanca e rinunciataria».
Maurizio Baglioni
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