Probabili strategie elettorali alla base dell’asse creato in consiglio comunale
Pdl “ricciano” e minoranze insieme: la scuola di Viole non si vende
ASSISI – Il consiglio comunale delle grandi e strane sinergie sospende la vendita della scuola di Viole e lascia presagire scenari politici futuri: a nessuno è infatti passata inosservata la “grande alleanza” Pdl-minoranze non solo su Viole, ma anche e soprattutto sula variazione di bilancio per il Festival internazionale di musica antica, che ha visto i quattro consiglieri “bartoliniani” (Simonetta Maccabei e Gabriele Rio della lista Bartolini, Stefano Pastorelli e Lanfranco Lollini del gruppo misto) uscire e non rientrare prima della fine della discussione del punto, approvato grazie alla “benevolenza” di chi non ha abbandonato l’aula (la minoranza) e di chi ha votato a favore (l’Udc) evitando che la maggioranza finisse sotto. Quanto a Viole, dopo settimane di mobilitazione e protesta pacifica, i cittadini hanno finalmente visto salva la loro scuola, grazie a una deliberazione del consiglio comunale che sancisce uno stop alla vendita di otto mesi e comunque non prima prima del rilascio della concessione edilizia per la realizzazione dell’edificio, previsto nel parcheggio in via Assisana, all’interno del quale dovrebbero trovare ubicazione alcuni locali di destinazione pubblica la cui costruzione è a carico di un soggetto privato. I membri del comitato contro la vendita dell’immobile hanno dovuto attendere qualche ora, ma alla fine il consiglio – sulla scorta di un emendamento del consigliere Evian Morani condiviso da tutto il Pdl e accettato anche dalle minoranze Pd, Udc e Mongolfiera (che avevano presentato la deliberazione di iniziativa con la quale si sarebbe dovuta eliminare la scuola di Viole dal piano delle alienazioni) – ha votato per la sospensione della vendita. Anche il sindaco Claudio Ricci ha votato per lo stop, “seguendo le indicazioni dei cittadini fermo restando la riqualificazione del campo sportivo con la realizzazione di nuovi spazi per la proloco e il miglioramento della piazza centrale del paese con spazi per attività socio culturali”. E se da un lato il comitato si aspettava forse di più (l’eliminazione totale dal piano delle alienazioni) con lucidità tutti riconoscono che “il risultato ottenuto è frutto di un compromesso politico che esprime il massimo di quanto si potesse ottenere in questo momento”, fermo restando che anche in futuro “Viole rimarrà contraria all’alienazione”. Intanto però sull’edificio si apre il mistero dell’ordinanza stilata dall’ufficio tecnico che avrebbe dovuto sancire l’inagibilità dell’ex scuola: “Non ho firmato l’ordinanza di chiusura – ha detto Ricci – in modo da poter verificare, come doveroso, gli atti e procedere ad ulteriori accertamenti tecnici con l’obiettivo di poter conservare aperto un luogo a fini socio culturali almeno sino a quando non sarà trovata una sede alternativa per le diverse attività”. “Ci aspettiamo altri passi in difesa della scuola – fa sapere il comitato – un piccolo sforzo comune per superare quanto prima gli eventuali problemi (sollevati ultimamente) sullo stato della scuola che noi crediamo siano facilmente superabili. La nostra speranza è che a Viole si continui a parlare del progetto di riqualificazione, abbiamo dimostrato che discutere, confrontarsi e portare avanti un’idea condivisa sono gli ingredienti giusti per ottenere risultati utili al bene del paese”.
Flavia Pagliochini

Corriere-2010-10-27-pag21

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