Due commercianti arrestati dai carabinieri di Assisi e di Bastia Umbra
La droga era nascosta all’interno dei magazzini dell’azienda
BASTIA UMBRA – Cinque chili di “fumo”. E’ il quantitativo di droga sequestrato a due commercianti perugini che sono stati arrestati e trasferiti nel carcere di Capanne dai carabinieri della compagnia di Assisi. Ad operare gli uomini della stazione di Bastia Umbra. I due commercianti – che sono padre e figlio, il primo di 45 anni, il secondo di 25 anni – sono stati bloccati nella notte tra mercoledì e giovedì. La droga sarebbe stata trovata, nel corso di una perquisizione, all’interno dei magazzini dell’azienda condotta dai due commercianti che gestiscono un discount. I carabinieri hanno subito riferito alla procura della repubblica e, nella fattispecie al sostituto procuratore Giuliano Mignini. La convalida dell‘arresto è stata fissata nelle prossime ore davanti al gip Marina De Robertis; in fatto di droga, soprattutto di fronte ad ingenti quantità, non scatta la direttissima, ma in genere il rito ordinario. Cosa appunto che è avvenuto in questo caso. Non si conoscono ancora i termini esatti della importante operazione dell’Arma di Assisi, che potrebbe avere nuovi e clamorosi sviluppi. Padre e figlio, che vivono da anni nel capoluogo umbro, sono originari della Campania. In precedenza i due operavano tra Perugia e Corciano dove gestivano un autosalone. I due commercianti erano stati coinvolti in una associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio delle auto rubate o incidentate e rimesse sul mercato. Fatti che risalgono al periodo 2003-2006. Dopo il coinvolgimento in questa vicenda giudiziaria padre e figlio avevano aperto una nuova attività commerciale – nel settore dei discount – spostandosi nella zona dell’Assisano. Adesso gli investigatori dell’Arma stanno lavorando per capire da un lato da dove provenga la droga e dall’altro a chi fosse destinata. Negli ultimi tempi sempre più spesso si scoprono insospettabili che si lanciano nel business della droga sperando, evidentemente, di fare grandi affari economici. Nel mirino delle forze dell’ordine (carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza) sono via via finiti professionisti, baristi, commercianti, operai e perfino casalinghe. Tutti attirati e convinti a fare il salto nel mondo della criminalità dalla (apparente) facilità di guadagni. Forse anche per questo, negli ultimi tempi, la magistratura è apparsa ancora più esemplare e severa nella distribuzione delle pene per i reati di droga. Anche in presenza di spaccio di quantitativi non particolarmente ingenti sono state irrogate anche pene oscillanti tra i quattro ed i sei anni. D’altro canto la droga viene considerata, ormai da anni, il “pericolo pubblico numero uno” della città e della regione sia per il numero di giovani che distrugge (siamo la regione con il più alto numero di morti in rapporto alla popolazione), sia per le code che si trascina dietro(spacciatori su un fronte e tossicodipendenti sull’altro, pronti a tutto per ottenere la dose ed evitare la “crisi di astinenza”: furti, scippi, rapine vere e proprie). Chiaro che la repressione e la risposta dei giudici sia, per forza di cose, consequenziale.
Elio Clero Bertoldi

Corriere-2010-05-21-pag02

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