BASTIA UMBRA – “Io devo vincere, io devo impormi, io solo decido di me stessa e della mia vita, anche se sempre guidata dalla fede in Dio”. Questa frase è racchiusa nel diario di Claudia, una giovane di Bastia, prematuramente scomparsa, che non ha mai smesso di amare la vita e di affrontarla con coraggio. “Vivere è bello, Io amo la vita” è il messaggio di Claudia, la quale si rivolgeva ai suoi coetanei affinchè dessero un significato alla propria esistenza, li invitava a non dissiparla, a lottare contro le avversità. Un messaggio significativo ripreso dal Premio Fenice-Europa che ha voluto dedicare a questa ragazza una sezione speciale, giunta alla sua settima edizione. “Il premio, nato nel 2000 – dichiara Rizia Guarnieri, coordinatrice dell’iniziativa – è riservato a romanzi, saggi e testimonianze che presentino aspetti legati all’amore per la vita, all’amicizia e alla speranza, elementi spesso trascurati dall’universo giovanile”. Si è aggiudicata la prima edizione “Il secondo di bordo” (Piemme), di Margherita D’Amico, un romanzo che esalta l’amicizia. Nel 2001 il vincitore è stato Rocco Fortunato con “I reni di Mick Jagger” (Fazi), un’autobiografia che racconta con tono ironico la malattia e la sofferenza. E’ una storia drammatica che non deprime, anzi dà energia e coraggio, quella descritta da Barbara Garlaschelli in “Sirena” (Mobydick), vincitrice nel 2002. E continua “l’amore” a fare da protagonista in “Cielo” (Rizzoli), di Romano Battaglia, nel 2003. “Amata per caso” (Mondatori) di Stefano Zecchi ha vinto la quinta edizione e narra le vicende di Malini, una bambina indiana, venduta dalla madre per pochi soldi. “La montagna di luce” (Rizzoli) di Rosa Alberoni ha vinto la sesta edizione. La giuria tecnica è composta da Maria Giovanna Elmi, Lia Catalano, Younis Tawfik e Rizia Guarnieri. 
 
 
 

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