Sono situati a Torchiagina e Petrignano, Santa Maria Angeli e Tordandrea. Istituito un tavolo di monitoraggio
ASSISI – Sulla situazione dei pozzi nel territorio del comune di Assisi, ad oggi sono state emesse, su richiesta della Usl, tre ordinanze di divieto d’uso dell’acqua dei pozzi privati a scopo idro-potabile. Le ordinanze riguardano alcuni pozzi situati nella zone di Torchiagina e Petrignano, Santa Maria Angeli e Tordandrea. Mentre le analisi sono tuttora in corso su un pozzo nella zona centrale di Santa Maria degli Angeli.
Dalle analisi dell’acqua dei pozzi effettuate dalla Usl, nelle zone sopracitate – rende noto il Comune – è emersa la contaminazione degli stessi da diversi tipi di sostanze (nitrati, tetracloroetilene, batteri, enterococchi,ecc…). Solo pochi pozzi sono risultati conformi ai parametri di potabilità.
Nella riunione tecnica indetta dalla Regione è emerso che l’inquinamento riscontrato su alcuni pozzi di S. Maria degli Angeli e Tordandrea è sicuramente di “vecchia data”, in quanto si tratta di sostanze utilizzate da tutti “con disinvoltura” fino agli anni ’70 e poi messe al bando per certi usi. Quindi attualmente queste sostanze vengono utilizzate solo da lavanderie e/o officine meccaniche e/o concerie di pelli (tutte attività ormai molto limitate nel territorio, controllate e localizzate).
Secondo quanto emerso dalla riunione tecnica, sembrerebbe che l’unica strategia possibile è quella di delimitare il perimetro interessato e di tenere sotto controllo il fenomeno. “La popolazione si tranquilizzi sul fatto che non si tratta di un atto vandalico di qualcuno che ha inquinato le falde acquifere; che l’inquinamento è di tipo ‘antropico’ e non si tratta quindi di ‘veleni’ letali. Le ordinanze emesse riguardano la potabilità dell’acqua (bere o cucinare) e non l’uso domestico della stessa (igiene personale, pulizie domestiche, irrigazione, etc..). Infatti la normativa ammette – fanno sapere dal Comune – la presenza minima di questi inquinanti addirittura sull’acqua potabile. La Regione, l’Arpa, la Provincia, la Usl, l’Umbra Acque e il Comune hanno ormai da tempo aperto un tavolo di monitoraggio e studio, al fine di trovare le idonee soluzioni a tutela della salute dei cittadini”.
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