La richiesta del Pd di Bastia al sindaco dopo l’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua a scopi domesticidi MASSIMILIANO CAMILLETTI
BASTIA UMBRA – “Giusta, ma assolutamente riduttiva” così il gruppo consiliare del Pd liquida l’ordinanza con cui il sindaco Stefano Ansideri ha vietato l’uso domestico dell’acqua dei pozzi privati in un’area vasta del territorio di Bastia (compresa tra la statale 75, via del Lavoro e confine del Comune, fiume Chiascio, via Cipresso), notevolmente più estesa di quella oggetto della precedente ordinanza, emanata il 4 dicembre.
“Riduttiva – argomentano i consiglieri del Pd – in quanto l’ordinanza viene emessa al solo scopo cautelativo. Occorre adesso una valutazione sistematica del reale stato di inquinamento dei singoli pozzi ed individuare responsabilità e danni. Il sospetto – proseguono – è che le cause non siano ignote, ma da cercare in maniera approfondita, sulla base della conoscenza del territorio, forse non soltanto comunale. La vicenda mette a nudo una errata concezione del rapporto tra la comunità, il territorio in cui vive e la salute pubblica, basata sulla mancanza di rispetto del territorio stesso e delle sue caratteristiche. Occorre – concludono gli esponenti del Pd – da parte di tutti, istituzioni, politica, privati cittadini ed imprese, un passo in avanti verso la messa in pratica delle politiche per la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, evitando sterili polemiche”.
“Le dimensioni dell’emergenza – puntualizza il primo cittadino di Bastia, Ansideri – sono tali che nessuno può dichiararsi estraneo, men che meno la Regione e la Provincia in virtù delle loro specifiche responsabilità politiche, oltre che amministrative”.