Bastia

Pozzi inquinati, sale l’allarme nel territono

Ansideri: “Abbiamo sollecitato controlli da parte del Noe, della Regione e della Provincia. Nessuno però ci ha ancora dato ascolto”
Nuova ordinanza del sindaco di Bastia. Attingimenti vietati anche in tutta la zona vicina alla 75
Inquinamento Problemi anche a Torchiagina Non è stato individuato il responsabile
di LUCIA PIPPI
BASTIA UMBRA – Non si ferma il problema dell’inquinamento dei pozzi dovuto al tetracloroetilene. Anzi. La falda che risulta inquinata è nettamente superiore a quella circoscritta in un primomomento.El’amministrazione comunale di Bastia ha deciso di correre ai ripari estendendo la zona in cui sono vietati gli attingimenti per uso idropotabile dai pozzi delle abitazioni private.
La decisione è stata presa al termine di una riunione con l’Arpa e con i tecnici del Comune.
Il 22 febbraio l’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) ha inviato una comunicazione relativa ai risultati del monitoraggio effettuato nell’area di San Lorenzo, che hanno evidenziato l’ampliamento del perimetro dell’area a rischio inquinamento. Successivamente, il dipartimento prevenzione igiene e sanità pubblica della Usl 2 ha chiesto al sindaco di Bastia, Stefano Ansideri, l’adozione di un provvedimento che, a scopo cautelativo, disponesse il divieto d’uso domestico dei pozzi in una vasta area, fino ad accertamento delle caratteristiche di potabilità di ciascun pozzo.
Oltre a Costano e San Lorenzo, l’area è stata notevolmente estesa e compresa tra la statele 75 Centrale Umbra, via del Lavoro e confine del Comune, fiume Chiascio, via Cipresso.A questo punto l’ordinanza è stata necessaria.
“Purtroppo – rileva il sindaco Stefano Ansideri – non solo si è allargata l’area a rischio, toccando altri quartieri del nostro Comune e località dei Comuni confinanti, ma non sono state ancora individuate le fonti di tale inquinamento da tetracloroetilene.
Nonostante la nostra denuncia inviata nei mesi scorsi al Noe (Nucleo operativo ecologico) dell’Arma dei carabinieri, non sono arrivate indicazioni concrete, neanche da parte della Regione Umbria e della Provincia di Perugia, istituzioni che abbiamo informato dettagliatamente con una comunicazione del gennaio scorso. Le dimensioni dell’emergenza sono tali – conclude il sindaco – che nessuno può dichiararsi estraneo, meno di tutti la Regione e la Provincia per le loro specifiche responsabilità politiche, oltre che amministrative”.
Le difficoltà riguardano anche altre zone vicine a Bastia. Negli ultimi tempi, infatti, il problema dei pozzi inquinati dal tetracloroetilene è stato riscontrato anche a Torchiagina.
Il problema è stato più volte sottolineato fino ad arrivare al consiglio comunale di Assisi.
In quella zona, tuttavia, non sono state emanate ordinanze particolari che obblighino alla chiusura. Ma la falda è a rischio e non si esclude che provvedimenti cautelativi di questo tipo saranno presi nei prossimi giorni anche in questa zona e nella frazione di Assisi.
Il problema dell’inquinamento di questa falda è da ricercarsi proprio nelle difficoltà riscontrate nell’individuare la fonte primaria dell’inquinamento della falda.
Si potrebbe ipotizzare, visto che i livelli maggiori sono stati riscontrati proprio al confine tra Assisi e Bastia.
Anche le indagini condotte da Arpa e Usl non hanno fino ad oggi portato ad alcun particolare utile ad individuare i responsabili.
Gli accertamenti però vanno avanti e presto, con ogni probabilità, si potrà anche capire chi è stato a provocare questo problema su tutto il territorio.

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