Il sindaco: “Il territorio di Assisi è servito dalla rete pubblica che fornisce acqua di ottima qualità”
Siccità: presto interventi nelle frazioni di Viole, Rivotorto e Capodacqua
di SILVIA BARTOCCI FONTANA
ASSISI – Slitta al prossimo consiglio comunale la discussione relativa all’emergenza idrica, all’analisi dell’inquinamento dei pozzi e allo stato d’attuazione degli interventi promessi dall’ATO in alcune frazioni del territorio. In relazione alle continue dichiarazioni rimbalzate nei giorni scorsi sulla stampa, relative ai pozzi privati inquinati, il sindaco Claudio Ricci ha ribadito che “la quasi totalità dell’ampio territorio di Assisi è servito dalla rete pubblica di acquedotti che fornisce acqua di ottima qualità”.
Sull’allarme inquinamento, il sindaco ha ricordato le molte ordinanze di divieto di utilizzo potabile dei pozzi privati emesse in questi anni dall’Amministrazione sulla base delle normative espresse dagli organi competenti.
L’inquinamento non è una novità ed è fuori luogo, se non strumentale, puntare il dito sull’ amministrazione, almeno secondo l’ingegner Stefano Nodessi Proietti, dirigente dei lavori pubblici del Comune che ricorda non solo quanto “frequente sia l’inquinamento nelle zone agricole prima che in Umbria, nel resto d’Italia, con i relativi divieti di utilizzo potabile, ma soprattutto – sottolinea Nodessi – che non è un onere del Comune provvedere economicamente al risanamento del servizio, anche se si sta valutando la proposta di un contributo per agevolare i proprietari dei pozzi nell’acquisto di depuratori”.
Che l’acqua al pari della luce o del riscaldamento è un servizio e non un diritto lo chiarisce lo stesso dirigente, “già dagli anni settanta il permesso a costruire in zone rurali non veniva rilasciato se il richiedente non dimostrava l’autonomia – sottolinea Nodessi – dei servizi primari (fognature e acqua), tanto è che oggi nelle nuove lottizzazioni si pagano gli oneri di urbanizzazione primaria”. Sempre in tema di emergenza idrica ai pozzi privati inquinati va ad aggiungersi la mancanza dell’acquedotto denunciata più volte dai residenti della zona Viole –Rivotorto-Capodacqua . L’ultima lamentela in ordine di tempo risale alla scorsa estate quando la siccità ha prosciugato i pozzi che rifornivano le quasi 100 abitazioni dell’area. Abitazioni sorte negli ultimi 40 anni in zona rurale che lo sviluppo edilizio ha trasformato in urbana. Qui l’atteso intervento dell’ATI per la realizzazione della rete idrica è stato annunciato in una nota dal sindaco. Non sono stati forniti dettagli sulla tempistica, mentre i costi per la realizzazione dell’intervento sono già noti: la metà della spesa totale sostenuta dal’ATI viene ripartita tra le abitazioni a seconda della distanza dell’allaccio, il costo massimo non dovrebbe superare i 2000 euro. Mentre si apre uno spiraglio per l’area di Rivotorto, fitte nubi restano sull’emergenza idrica e fognaria di Tordandrea.