BASTIA UMBRA Caro Paolo, ho letto e riletto con molta attenzione e curiosità,la Tua risposta al Vice Sindaco Fratellini, relativa all’area Petrini, non per prendere le sue veci, che se vuole provvederà da solo, ma per riflettere su quanto da Te sostenuto sulle demolizioni e sui cittadini Bastioli.
Parti da un Parroco, rispetto prima di tutto, perché questi ha un cognome e nome Don Luigi Toppetti, parroco che con il suo impegno, piaccia o no, ha contribuito in modo significativo alla crescita sociale e culturale di Bastia, basta ricordare l’idea del Palio De S. Michele.
Continui superficialmente con le Amministrazioni di Sinistra “ a tratti” per concludere in modo pesante con quelle di Destra “trova compimento sistematico”, forse un poco di obbiettività.
E qui ci sarebbe molto da elencare, ma la cosa, a mio avviso, più importante che non si tiene minimamente in considerazione del contesto storico, socio economico di quando sono avvenute quelle demolizioni e ricostruzioni.
A Bastia Progetto, ed a Te che la rappresenti, faccio presente che Bastia non è “orfana di un passato significativo” e non è “afflitta da un complesso di inferiorità nei confronti dei centri storici limitrofi”, non vanta Santi o Casati,ma si fregia di attività commerciali, le cui radici affondano nei secoli e più recentemente con attività manifatturiere conosciute in tutto il mondo.
Forse ci si dimentica che da quei centri storici (Gubbio, Assisi, Spello, Cannara Bevagna, Torgiano), sono venuti a Bastia molti cittadini, perché attratti.
E’ orgoglio di Bastia, dei suoi commercianti, artigiani e industriali, quando in varie parti del mondo si trova una targhetta con scritto “Made in Italia – Bastia Umbra”
Per quanto riguarda l’area Petrini, non entro nel merito del vincolo imposto dalla Soprintendenza, ci sarà tempo e modi per parlarne, oltre alla pianificazione che è tutta da definire e concordare, ma una semplice considerazione: con le idee di Bastia Progetto quel complesso industriale, che ha fatto scuola per tanti nuovi imprenditori, non esisterebbe perché realizzato demolendo i lavatoi pubblici.
Una volta nelle case non c’era l’acqua corrente e le donne andavano a lavare i panni al fiume o in quell’edificio, ribadisco l’importanza di considerare il momento storico di certe scelte.
Vorrei dire tanto altro, ma mi limito a ricordare a Bastia Progetto che quando si impongono vincoli bisogna anche individuare un eventuale recupero ed i finanziamenti per realizzarlo, altrimenti fanno la fine delle “Casette ex CIM”, che sono in stato di abbandono e così rimarranno.
Bastia U., 14 dicembre 2023
Franco Possati per conto dell’Intergruppo Forza Italia e Bastia Popolare
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