Quarto posto in bilico aspettando il giudizio sullo “sciopero” anti-arbitri  
  


 di WALTER RONDONI


Punto e a capo. Inizia un altro campionato, breve e convulso. Dentro o fuori. Un’appendice in due tronconi ed altrettanti obbiettivi: i play out per la salvezza; i play off per accedere agli spareggi nazionali, per cullare la prospettiva di raggiungere la Pontevecchio in serie D. L’antipasto, domenica, alle 15,30: Castel Rigone-Umbertide Tiberis vale l’Eccellenza diretta. La squadra sconfitta andrà a completare la quaterna delle pericolanti e proverà ad evitare l’inferno della Promozione. Novanta minuti senza appello, sul neutro di Ponte San Giovanni. «Solo al rientro negli spogliatoi dopo la vittoria sul Trestina ho conosciuto il nome dell’avversario. Poco importa, chi viene, prendi», confessa Francesco Martinelli, l’allenatore lacustre. «Una sfida molto sui nervi, da affrontare con attributi e testa lucida, impossibile da programmare”, prevede il condottiero rigonese che avrà Rosati, non Gigi Capaccio, ai box in conseguenza di un grave infortunio al ginocchio destro. «Stiamo bene, ci proviamo», suona la carica Luciano Mancini. «Un’annata difficile, la nostra, adesso dobbiamo essere bravi a prevalere in questa circostanza», rilancia il trainer dell’Umbertide Tiberis che recupera Censini, Radicchi e perde lo squalificato Cassetta. «La chiave del match? Trovarsi in salute sotto il profilo fisico e psicologico». I precedenti stagionali dicono 2-2 e 2-0 per i tiberini. Una curiosità, stavolta la musica sarà diversa.
Spettatore molto, molto interessato il Cannara, in attesa della perdente. «Sapevamo di dover lottare fino all’ultimo, intanto abbiamo tagliato il traguardo di non retrocedere direttamente», rivela Massimo Roscini, agganciandosi al ripescaggio in extremis dei rossoblu. «Veniamo da un girone di ritorno buono, gente con il coltello fra i denti non l’abbiamo, cercheremo di usare le armi della fiducia, delle condizioni fisiche e mentali, anche se l’esito dipende da tanti fattori, episodi compresi», prosegue. «La pausa aspettando il responso di Castel Rigone-Umbertide Tiberis, ci avvantaggia un pochino – riconosce – comunque servono almeno un successo ed un pareggio».
Nel frattempo, Pretola e Gabelletta preparano la loro prima sfida-salvezza, a Terni, il 13 maggio. «Ci credo, non mi sento mai battuto», fa sapere Pasquale Rocco, allenatore-giocatore, uomo di maggiore carisma ed esperienza del Pretola. «A prescindere da ciò, siamo a posto per quanto riguarda la tenuta atletica e psicologica. Ma sono fondamentali la lucidità mentale ed un ambiente sereno», avverte. «Non temo i pronostici, non sempre ha la meglio chi merita, cercherò di caricare i ragazzi, valgono la categoria».
Rammarico per il rigore fallito con il Semonte? “Non nascondo che la gara e la classifica avrebbero potuto assumere un’altra piega – risponde Rocco – tuttavia nell’ultimo mese siamo incappati in altri risultati non proprio favorevoli: al Todi ed al Cannara, ad esempio, abbiamo lasciato quattro punti. E’ la conferma che si vince e si perde in undici, il gruppo è più importante del singolo».
Aveva carezzato l’idea di un epilogo diverso, dopo essere uscito dalla zona calda per un breve parentesi il Gabelletta si ritrova impelagato nella lotteria dei playout. «Resta complicato spiegare situazioni estremamente estemporanee, nel momento decisivo abbiamo conosciuto quattro battute a vuoto consecutive per 2-1 e forse ci sarebbe stato stretto il pari», ricorda Fabio Famoso. «Adesso – è il piano dei biancazzurri – prepariamo l’impegno confortati dai 22 punti del ritorno, otto da un mese in qua. Affrontiamo il Pretola con grande serenità, conoscendo il valore dei suoi giovani, sapendo che ha una posizione migliore ed un terreno particolare, in sintentico».
Se i playout vengono intesi come ultima spiaggia, i playoff hanno il sapore di esami di riparazione. In lizza Todi e Torgiano; il Deruta potrebbe perdere la quarta piazza a beneficio del Bastia qualora venisse penalizzato di un punto per lo “sciopero bianco” verso gli arbitri.
Accoppiamenti in giornata. Andata, domenica; ritorno, il 13 maggio. «Calma, equilibrio, attenzione a quanto accade in campo», chiede Fabrizio Ciucarelli al Todi. «Mi interessava arrivare secondo, ci siamo riusciti. Ripartiamo da zero, torna tutto in ballo, ma se abbiamo dei punti in più rispetto agli altri qualcosa vuol dire».
Claudio Tobia, del Bastia, la prende alla larga. «Se cresci con la mentalità di dare il massimo di te stesso in ogni occasione sei avvantaggiato, se hai un rendimento a corrente alternata inizi ad handicap». Poi va al nocciolo del problema dall’angolazione biancorossa. «Mancherà Panzolini e non abbiamo un’alternativa con le stesse caratteristiche, ma siamo scesi in campo tante volte in assetto rimaneggiato”. Giampiero Ortolani ed il Torgiano, invece, trascorrono la vigilia all’insegna dell’assoluta tranquillità. «Non abbiamo assilli di alcun genere», sottolinea il tecnico. «Possiamo trarre un piccolo vantaggio dal piazzamento al termine della regular season e dal giocare la seconda in casa». Per il resto, riflette Ortolani, «qualsiasi partita è difficile, pesano la condizione fisica, la testa, gli infortuni, le squalifiche, non considerando il caldo». Ben diverse sono le aspettative nella vicina Deruta. «Siamo appena usciti da un torneo di alti e bassi, di problemi di varia natura», esordisce Valeriano Recchi. «La squadra è in grado di dire la sua a patto che sia mentalmente concentrata e reattiva, che dimentichi il passato». «Spero – conclude – prevalgano la voglia di rivalsa e la determinazione, sono indispensabili anche gambe ed un pizzico di fortuna». Il 20 maggio le si affronteranno le vincenti, in palio l’ammissione alla fase nazionale. 

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