Serie D Mancano solo i dettagli per l’approdo del difensore alla corte di Magrini
GUBBIO— Il grillo che gira per la testa è uno soltanto: «Voglio tornare vicino casa, cioè nella mia Gubbio. Ho viaggiato tanto negli ultimi 15 anni, penso che sia arrivato il momento di pensare anche al domani», confessa Luca Pierotti. Che dall’Umbria è partito giovanissimo quando aveva appena 19 anni, destinazione Casarano, prima tappa di una carriera che l’ha visto protagonista in ben 346 gare tra i professionisti (89 di B, 206 in Prima Divisione e 51 in Seconda) e 29 volte nell’ultima stagione di D a Bisceglie. Ma alle soglie dei 36 anni il richiamo della propria terra s’è fatto troppo forte: «Sarei voluto tornare già da qualche stagione, ma non c’è mai stata l’occasione. Ma stavolta è tutto diverso: ho cominciato a collaborare attivamente con l’Atletico Gubbio e ad allenare i ragazzi, cosa che avrei voluto fare già lo scorso anno ma che dovetti abbandonare a causa della mia partenza per la Puglia. Per questo sto cercando una squadra nei paraggi, e l’interesse del Bastia finora è stato il primo contatto reale che ho avuto». Una trattativa destinata a vedere la luce (si spera positivamente) nei prossimi giorni. «Per ora siamo un po’ distanti, ma c’è la volontà di entrambe le parti per arrivare a chiudere l’intesa. Bastia è una piazza di prestigio del panorama regionale, ha trascorsi anche in Serie C e pur se è partita un po’ in ritardo ha intenzione di fare un campionato importante, puntando comunque alla salvezza. Ho parlato con Magrini e mi ha detto che sarebbe entusiasta di lavorare con me. La sua presenza è una garanzia, ora vediamo se ci sarà modo di trovare l’accordo con la società».
I propositi di Pierotti fanno i conti con la realtà economica del momento, ma Bastia in questa fase rappresenta più di un’idea. «Mi ha cercato anche il Fano, dove sta per arrivare il mio ex tecnico ai tempi dell’Andria Degli Schiavi, e ho ricevuto qualche proposta anche da amici in Eccellenza. Però la precedenza la dò al Bastia». La prima annata di D della sua carriera s’è chiusa in modo agrodolce: «A Bisceglie fino a febbraio eravamo secondi. Poi la proprietà è sparita per via di una ripicca del presidente Nicola Canonico, che s’è presentato alle elezioni ma non è stato eletto. Sperava di ricevere più voti dalla città, così ha mandato praticamente la squadra allo sfascio. È tornato a fine aprile, ma ormai anche i play-off erano andati». In Umbria, però, sarebbe tutta un’altra storia: «Sulla carta si preannuncia un grande torneo. Ci sono piazze di blasone e ci sarà molta attenzione da parte degli addetti ai lavori. Ecco perché vorrei esserci anch’io».
R. BAR.
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