Bastia

Pienone in chiesa per l’ultima messa di don Fongo

Bastia Umbra.   Il commiato

BASTIA UMBRA – La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo era colma di fedeli ieri mattina e fuori gli spalti della recente edizione del Palio de San Michele contavano decine di persone. Questo perché non c’era una messa domenicale qualunque, ma perché don Francesco Fongo celebrava l’ultima messa nella parrocchia di Bastia Umbra in qualità di parroco. Sono oramai mesi, per non dire anni, che il vescovo comprensoriale, monsignor Domenico Sorrentino, ha annunciato lo spostamento previsto per don Fongo, che andrà a svolgere servizio presso la parrocchia di Cannara e ricoprirà anche l’importante compito di gestire l’economia in qualità di vicario. Un ruolo che in molti, parrocchiani bastioli compresi, gli vedono calzare a pennello, dal momento che ha più volte dimostrato ottime capacità di gestione. Il cambiamento, termine che è stato chiave di volta in occasione delle ultime elezioni, non è stato accettato dalla parrocchia con facilità e nemmeno don Fon-go si è dimostrato entusiasta a dover abbandonare Bastia dopo tanti anni. Tutto comprensibile e naturale, considerati i legami affettivi che ha intrecciato con decine di famiglie bastiole, se non fosse che il dispiacere di alcuni fedeli è sfociato in eventi di discussione che hanno dato modo di estendersi nella trattazione di argomenti non proprio attinenti alla cura spirituale della città. Don Fongo nell’ omelia di ieri mattina si è sentito di comunicare ai fedeli che “da ora in poi nessuno potrà più dire che il parroco comanda”, aggiungendo anche il chiarimento, forse non richiesto, sul fatto che “il vangelo non è di destra né di sinistra”. I sentimenti hanno portato anche il parroco a ribadire che “partire è un po’ morire”, ribadendo la sofferenza dell’abbandono; tutte dichiarazioni applauditissime dai presenti. Ora ci sono tutte le condizioni per ipotizzare che anche domenica prossima la chiesa di San Michele Arcangelo sarà gremita di fedeli per applaudire il nuovo parroco.
Alberta Gattucci

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