Bastia

Piazza Mazzini, la chiusura dei negozi e gli eventi di rianimazione

Progetto Bastia

A distanza di mesi dalla presentazione del progetto di riqualificazione torna immancabilmente all’attenzione dell’opinione pubblica il problema di piazza Mazzini perché le strutturali criticità non possono che rilasciare nel tempo un progressivo collasso del tessuto socio-economico.
Nessuna meraviglia quindi per l’ennesimo abbandono di attività, ma in questo quadro, ormai a tutti chiaro, sembra smarrirsi nel dibattito pubblico quale sia la via per riportare la piazza ad essere un centro frequentato.

Non si deve mai dimenticare che la riqualificazione nasce dall’indicazione e dagli stanziamenti del PNRR che parlano di: “Progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”.
Ora se quell’intento, comune per governo centrale e locale, è stato individuato come via maestra per la soluzione del problema, che coinvolge anche le vicende delle recenti chiusure da cui prende spunto questo articolo (e tutto questo ammonta ad una concretissima cifra, 4 milioni di euro), è pensabile che esista un’altra via che ottenga lo stesso risultato?

Si può veramente pensare che la frequentazione della piazza, il ripristino della socialità, sia ottenibile con la moltiplicazione degli eventi pensati come fattore determinante per l’afflusso di clientela nei negozi? Qualcuno pensa veramente che il destino della attività economiche al dettaglio nei centri “storici” dipenda solo dall’attività di animazione messa in campo dalle amministrazioni che dovrebbero annualmente varare un calendario volto a ridare ossigeno ad un corpo che sarebbe morto senza questo bocca a bocca? Se guardiamo ai fatti bastioli, non c’è che da tirare una riga e convenire che, conti alla mano, non c’è evento che tenga, piccolo o grande che sia, dalle cene rinascimentali, ad Eurochocolate, dai Fuori Salone ai trenini, dalle castagnate fino al più imponente evento rappresentato dal Palio, sufficiente a garantire la tenuta economica degli esercizi.

La realtà è che, da molti anni a questa parte, è invalsa nella gestione dell’amministrazione pubblica e non solo, l’idea che debbano essere gli eventi (ludici, culturali, sportivi, di volontariato, di intrattenimento in genere) gli animatori della vita collettiva, che priva di una sua autonoma dinamicità, ha periodicamente bisogno di essere rianimata.
Questa convinzione, che implicitamente e tacitamente ammette l’insignificanza e il disvalore del luogo pubblico in quanto tale e l’assenza di attività e servizi socio-culturali, genera quindi ogni anno investimenti economici di rilievo in attività temporanee che lasciano la realtà, dopo la loro conclusione, nello stesso stato in cui era prima.

Si delega quindi all’investimento in attività temporanee anziché in opere, attività e servizi permanenti, la funzione di socializzazione e di attrattività dei luoghi.
È nelle opere permanenti invece che giustamente indica la soluzione il PNRR e che la stessa amministrazione dichiara di intravedere come soluzione per “riportare la piazza a luogo di identità e socializzazione”

Purtroppo il progetto approvato non va in questa direzione, purtroppo l’amministrazione ha scelto la semplice manutenzione straordinaria di una pavimentazione viaria, purtroppo l’amministrazione non considera la nostra città pronta a rafforzare il suo radicamento nella contemporaneità e nella creatività.

Ed è qui anche che si genera quello smarrimento dell’obiettivo di chi, vedendo perpetuarsi nel nuovo progetto la stessa condizione di desolazione della piazza-parcheggio, ricorre rassegnato di nuovo al palliativo dell’incremento delle attività di intrattenimento.

Va invece preteso a gran forza, dai molti che vedono del nuovo progetto solo un’occasione mancata, di poter correggere il più possibile quanto previsto dirottando il maggior numero di risorse in opere permanenti, di cui abbiamo dato largo spettro di esempi nel primo numero di Progetto Bastia.

E con questo va di pari passo l’oculato uso delle risorse economiche destinate ai pubblici eventi di cui va in gran parte convertita la destinazione in interventi strategici con ricaduta costante di lungo periodo. Calcolo che se applicato in maniera ragionieristica metterebbe subito in evidenza l’inefficacia, ai fini di un rilancio permanente, dei circa 100.000 € spesi per le due edizioni di Eurochocolate, dei 55 per il Natale ecc…
La stessa cifra investita in opere permanenti di autori di caratura anziché, in attività episodiche ed effimere, non avrebbe prodotto un primo risultato altrettanto permanente?

È solo in questa visione che convergono gli interessi delle imprese presenti nella piazza con gli interessi della collettività tutta: ridare alla città il suo centro di alto spessore qualitativo, un luogo all’altezza dei tempi sapendo che solo l’ingegno creativo di arte e architettura è in grado di infondere un quid agli inerti materiali edili.

Quello che ora si può fare non è invocare nuovi eventi, ma fare pressione sull’amministrazione affinché nei limiti del possibile corregga la sua sterile impostazione sul progetto piazza.

In conclusione si propone alle forze politiche ed a quanti con noi condividono queste istanze, di farsi punto di riferimento attivo, ai comitati sorti di chiedere all’amministrazione la discussione pubblica dei problemi qui individuati e dei progetti di interesse generale, non ricorrendo ad audizioni private che, limitando la possibilità di un confronto aperto e pluralistico, non aprono prospettive concrete di modifica di ciò che è stato già deciso e pertanto all’amministrazione di dare la propria disponibilità a rivalutare lo stato del progetto e la possibilità di varianti, già manifestate nelle illustrazioni pubbliche.

Recapiti
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