L’Amministrazione ha ridefinito l’ambito del centro storico. Ridimensionato il ”progetto Brozzetti”  
   
 Approvato a Bastia dopo 4 anni di dibattiti: ma ora esplodono le critiche 
 
 di ADRIANO CIOCI



BASTIA – Regalo di Natale? Stando alle critiche mosse da tecnici e forze politiche di opposizione, sembrerebbe di no. Certo è che il Piano Attuativo del centro storico, sfornato dall’Amministrazione bastiola dopo ben quattro anni di ibernazione, sta suscitando qualche interesse tra gli abitanti del nucleo più antico che potranno dare via libera alla valorizzazione del loro immobile. Il piano di recupero, a dire la verità, si presenta con toni dimessi rispetto alle attese, mandando definitivamente all’angolo gli studi precedenti, in primo luogo quello dell’architetto Brozzetti, chiamato dal Comune, anni fa, per dare tono ed imponenza al salotto buono.
«Chi si aspettava un piano architettonico – dice l’assessore all’urbanistica, Monia Giacanella Bugiantella – rimarrà forse deluso. Proporre qualcosa di sconvolgente su un tessuto che per il 60% è stato oggetto di recupero dopo il sisma, significava smembrare quello che era stato faticosamente condotto a compimento». Quali sono, allora, le linee guida del Piano? In primo luogo è stato riesaminato il ”valore storico” del centro, ne è stato ridefinito l’ambito e di conseguenza sono state dettate le norme operative per gli interventi, a cominciare da quelli di piccola e media ristrutturazione. «Sono state individuate le aree – continua Giacanella – sottoposte a tutela conservativa, coincidenti con la Rocca Baglionesca, quelle sottoposte a modesta trasformazione, contigue al nucleo originario del castello Baglionesco, quindi le zone di profonda trasformazione e, infine, quelle di ristrutturazione, ovvero via Veneto, via Piave, via della Rocca e l’ex pastificio Petrini». In quest’ultima si prevede l’intervento più corposo che condurrà ad un radicale cambiamento con demolizioni e ricostruzioni. Vi sorgeranno 20 mila metri cubi per biblioteca, museo, auditorium; 6 mila per gli uffici comunali; 15 mila per la residenza e 3 mila per il commercio. Proprio qui saranno demoliti 20 mila metri cubi di costruzioni.
Le proposte e le richieste di intervento verranno vagliate dalla Commissione di Qualità che dovrà esprimersi in un tempo non superiore a due mesi. Incentivi per i proprietari che contribuiranno a dare valore al proprio edificio? Sì, sotto forma di leve fiscali che si tramuteranno in uno sconto sulle varie tasse e imposte. Tre punti del tutto innovativi, infine: il primo è il cosiddetto mercato del recupero, partecipato alle associazioni no-profit, che consentirà di riciclare il materiale proveniente dalle demolizioni; il secondo è l’urban-center, che significa luogo dove i cittadini si potranno riunire per dibattere; il terzo è la Città dei Bambini, o meglio una filosofia progettuale per assicurare ai soggetti più deboli itinerari e percorsi senza pericoli. Le critiche al piano sono piovute un po’ da tutte le parti, ad iniziare dalla Confesercenti e dai gruppi politici, Forza Italia in testa.


Pubblicato su Il Messaggero del 23/12/2003

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