– BASTIA UMBRA –
PIÙ DI OGNI altro piano di recupero quello dell’area Franchi viene seguito con particolare attenzione dai consiglieri comunali, segno di quanto sia importante per la città. E’ un’ipotesi ancora realistica pensare che il progetto di piano di iniziativa mista, pubblico-privato, possa trovare concreta applicazione in tempi ragionevolmente brevi? Dopo l’interrogazione della Carosati, ora Fabrizia Renzini, consigliere passata all’opposizione, ha presentato un’interrogazione sul piano Franchi, la seconda in appena tre mesi. L’iniziativa ipotizza un futuro molto incerto: ancora più che nella precedente interrogazione si mette in discussione la fattibilità dell’attuale piano. Da ricordare che il piano di recupero è stato approvato nel marzo 2013 e non è partito perché per il rilascio del permesso di costruzione era necessario un sondaggio geologico del terreno sottostante, che la proprietà non ha effettuato tempestivamente. Ora, con l’indagine geologica effettuata dalla nuova proprietà, il 16 settembre scorso la conferenza dei servizi ha indicato i termini dell’intervento di risanamento, di limitata estensione e di modesta entità finanziaria. Si potrebbe partire subito, ma i lavori non sono ancora iniziati. La consigliera Renzini, di professione è avvocato, nell’ultima interrogazione particolarmente argomentata, chiede chiarimenti al sindaco e all’assessore all’urbanistica sul fatto che il Pai (piano di assetto idrogeologico) prescriva interventi che il piano di recupero approvato non avrebbe recepito, in particolare rispetto ai rischi di esondazione del Chiascio. Un ipotetico guaio che dovrà essere chiarito quanto prima.
m.s.