E’ in una fase di stallo la compera del molino di Bastia Umbra
Notizia inopinata nella vicenda della ex Petrini di Bastia. Sarebbe stata rinviata a data da destinarsi l’udienza conclusiva per definire il concordato preventivo di Gazzola. Concordato, lo ricordiamo, nato al fine di scongiurare il fallimento dell’azienda del cuneese appartenente al gruppo di aziende del molitorio e della zootecnia cosiddetto “ex Petrini”, (facente capo alla Immobiliare Alimentare Bastia). Per il salvataggio delle aziende citate la nuova Petrini 1822 aveva avviato la scorsa primavera un parallelo iter processuale al Tribunale di Perugia. Il rischio complessivo, come è noto, era (ed è) la mancata soddisfazione di un “debito” con il sistema creditizio umbro ammontante a più di 300 miliardi di vecchie lire. Il caso Gazzola, che sembrava essere definitivamente risolto, rappresentava (e rappresenta) a tutt’oggi un tassello decisivo per la risoluzione di tutto il nodo Petrini. Il gap per il fallimento dello stabilimento peserebbe sulla convenzione creata dalle banche e dalle istituzioni per 12 miliardi di vecchie lire. Nel luglio scorso il concordato di Perugia era stato così rinviato di 5 mesi al fine di poter vagliare le sorti del sito di Gazzola. Ora, in una strana ricorsa di attese, il concordato piemontese che sembrava in procinto di concludersi positivamente, aspetta quello perugino, fissato per il 15 dicembre. Lo stallo causato da tali rinvii incrociati avrebbe bloccato anche l’acquisto del molino di Bastia da parte di una nuova cordata di imprenditori (tra cui figurano Mignini e Petrini, titolari della 1822) che avrebbe dovuto definirsi lo scorso mercoledì.
ALESSANDRO ANTONINI
Pubblicato sul Giornale dell’Umbria del 6 Dicembre 2003
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