NOTTI D’INFERNO
L’altro tormentatore si appostava sotto casa di chi l’aveva respinto e suonava il campanello SQUADRA MOBILE Mentre gli agenti ascoltavano la giovane ecco un sms di minacce sul suo cellulare .UN VASO con i crisantemi lasciato sopra la scrivania della donna incinta, che non ne poteva più di ricevere sul telefonino anche 150 sms in un solo giorno. Nell’ultima vicenda di stalking la vittima è una ragazza di Roma che ha avuto la «sfortuna» di conoscere in uno stage a Città di Castello un uomo di 35 anni, adesso indagato dalla polizia. Il professionista di Bastia, laureato e con un master nel curriculum, un anno dopo lo stage tifernate viene assunto nella Capitale insieme alla vittima. Da quel momento sarebbero iniziate le pressioni, ben più pesanti di un semplice innamoramento unilaterale. La donna, fidanzata con un altro, nel frattempo si sposa e rimane incinta. Ma il presunto stalker — del quale la polizia ha preferito non rivelare l’identità — non demorde: «Una tortura — l’ha definita il capo della squadra mobile di Perugia, Giorgio Di Munno —: la bombardava di sms (anche 150 in un solo giorno), le faceva regali e poi la minacciava di morte». Fino al gesto forse più lugubre di tutti, quel mazzo di crisantemi lasciato sulla scrivania dopo l’ennesimo rifiuto. Un avvertimento? La vittima non può saperlo e si rivolge prima all’azienda e poi alla polizia. In ufficio i due vengono ‘separati’, un modo come un altro per rendere più difficili i contatti. In questura, invece, gli agenti della squadra mobile di Roma credono al racconto della donna, anche perché prima di firmare la denuncia il cellulare trilla e sul display i poliziotti leggono l’ennesimo messaggio intimidatorio. Uno degli ultimi di quei «sei o sette mesi di tortura» ha proseguito Di Munno. Contro il professionista di Bastia, capo di una direzione aziendale, è stato adottato il provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari.
MA LA RAGAZZA romana non è la sola vittima delle attenzioni di un uomo indesiderato. Infatti una trentenne perugina quando ha messo la parola fine al rapporto con un coetaneo, ha avuto qualche difficoltà nel sedare gli stati d’animo dell’uomo. O meglio, è dovuta intervenire anche in questo caso la squadra mobile. Infatti, secondo gli accertamenti investigativi che avrebbero trovato riscontro nell’esposizione dei fatti forniti dalla donna, il suo ex si ‘scatenava’ di notte. Attaccandosi al citofono dell’appartamento di Perugia in cui la vittima viveva coi genitori. Dieci, in alcuni casi anche 15 scampanellate dalle due alle quattro e mezzo del mattino. Un appostamento sotto il palazzo da parte degli agenti e i giochi sono fatti. Anche in quella circostanza i genitori della ragazza sono ‘saltati’ dal letto quando sono stati improvvisamente svegliati dal trillo del citofono, però è stata l’ultima. L’impiegato è risultato incensurato agli archivi di polizia, ma in ogni modo contro di lui è stata applicata dal giudice per le indagini preliminari Marina De Robertis — su richiesta del sostituto procuratore Sergio Sottani — una misura coercitiva d’allontanamento, uno dei provvedimenti connessi al reato di stalking. L’uomo non può frequentare il luogo di lavoro o la palestra dov’è solita recarsi la donna.
di ENZO BERETTA