Bastia

Per quattro tifosi del Bastia stadi proibiti

I Sport e violenza 
 
 di VALENTINA AISA


ASSISI – Banditi dal mondo del calcio e condannati a due anni di astensione dal pallone: il provvedimento notificato dal questore di Perugia, Arturo De Felice, è caduto come un macigno sui quattro tifosi del Bastia, tutti di età compresa tra i 20 e i 25 anni.
Più di un mese fa, in occasione della partita Bastia-Narnese che si è disputata il 13 marzo nello stadio comunale bastiolo, i quattro tifosi D.R., F.R., M.P. e A.B. sono stati sorpresi dalla polizia di Assisi mentre si preparavano ad accogliere gli avversari con lanci di sassi, uova e fumogeni. Gli accertamenti effettuati dagli agenti assisani nei giorni precedenti la partita sono riusciti a evitare il peggio: tre dei quattro tifosi sono stati bloccati fuori lo stadio di Bastia, il quarto è stato ripreso dalle telecamere e riconosciuto dagli agenti mentre lanciava un fumogeno in campo.
La partita, vinta dal Bastia, si è disputata comunque regolarmente. Morale della storia: D.R., F.R., M.P. e A.B. potranno vedere le partite solo in televisione, i primi per due anni, gli altri per un anno. Il questore, infatti, ha vietato loro non solo di accedere a qualsiasi stadio italiano, piccolo o grande che sia, ma anche di avvicinarsi a qualsiasi luogo connesso al calcio, comprese le stazioni ferroviarie che offrono scalo ai tifosi avversari.
Una sanzione amministrativa che, se ignorata, potrebbe scendere nell’ambito del diritto penale, traducendosi con una multa di 1700 euro fino all’arresto.
Il provvedimento arriva dopo un periodo nero per il calcio nazionale, con episodi di ingiustificabile teppismo registrati anche in occasione dell’ultimo derby Perugia-Ternana. I segni del passaggio dei tifosi rosso-verdi sono ancora ben visibili nella stazione di Ponte San Giovanni, presa a sassate e sprangate dai facinorosi ultras. E il loro viaggio ha lasciato il segno anche alla stazione di S. Maria degli Angeli e altrove.
Stavolta, per i ragazzi di Bastia, è bastata l’intenzione. Con questo provvedimento, la questura perugina ha lanciato un segnale molto chiaro. Le teste calde sono avvertite.



 



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