Il sindaco Ansideri replica al coordinatore Pd, Brozzi
BASTIA UMBRA – Il gruppo piddino bastiolo chama in causa il sindaco Ansideri sugli ospedali di territorio e il primo cittadino risponde: “Difendere l’ospedale di zona ha un senso solo se attraverso questa struttura si possono offrire concrete prospettive per il presente e soprattutto per il futuro; l’arroccamento difensivo per motivi legati al passato apparirebbe anacronistico e dannoso”. Queste dichiarazioni confermano e contestualizzano quelle di Vannio Brozzi, attuale coordinatore della sezione bastiola del Partito democratico, in occasione dell’incontro pubblico di sabato scorso; il coordinatore piddino, infatti, aveva dichiarato: “Il nostro sindaco non solo, a differenza nostra, non ha ancora organizzato un’occasione di dibattito sulle possibili conseguenze del piano regionale socio-sanitario che verrà prossimamente preso in esame presso le sedi amministrative della Regione, che dovrebbe possibilmente essere un consiglio comunale aperto, ma ha addirittura commentato che probabilmente il nosocomio assisano si sarebbe dovuto trovare in una posizione diversa rispetto a quella attuale”. “Avere un ospedale vicino casa è un’importante opportunità – ha replicato Ansideri – a patto che questa offra la possibilità di usufruire di servizi validi e di qualità, competitivi con quelli offerti in altri nosocomi che distano dal nostro comune non più di venti chilometri. L’attuale situazione di sostanziale sopravvivenza e con scarse prospettive non può essere altro che la premessa di una graduale chiusura dell’ospedale. Tuttavia, ci sono altri aspetti da dover valutare, il numero di residenti del comprensorio (oltre 60mila abitanti), quantità e qualità delle attività economiche (aziende medie e piccole) e il flusso turistico che conta oltre un milione di presenze annue. Mi sembra urgente e essenziale individuare, con le autorità sanitarie, dei servizi e specialità sanitarie d’eccellenza all’interno del presidio ospedaliero di Assisi, che rappresentino un serio motivo per radicarne le funzioni nel territorio al servizio dei residenti e non solo, in maniera da poter affiancare il nostro agli ospedali più grandi di valenza e dimensione regionale”.
Alberta Gattucci

Corriere_p26_15032011

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