Bastia

Pecci riaccende lo scontro col Pdl

Il consigliere replica a Fratellini e torna sulla vicenda sottopasso
BASTIA UMBRA (al.ga.) – Acceso scambio di opinioni fra maggioranza e opposizione. Lo scontro, acceso in seguito a una comunicazione di Mirco Casagrande Moretti, consigliere comunale del Partito Democratico, vuole che il collega piddino Erigo Pecci replichi a Francesco Fratellini, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Bastia Umbra, nonché vice coordinatore del Popolo delle Libertà. “Gli atti amministrativi hanno una storia e si costruiscono con coerenza e studi – spiega il consigliere Pecci – nel 2000 Bastia Umbra si dotò del piano del traffico nella Regione Umbria, risultando secondo soltanto al comune di Perugia. Se l’assessore Fratellini si rileggesse le relazioni redatte dopo le indagini condotte sul territorio, capirebbe che già all’epoca si parlava di interventi prioritari per i sottopassi ferroviari, con la scaletta che riportava prima l’intervento di via San Rocco, poi quello di via Firenze e, infine, quello di via Irlanda. Questo per poter condurre i lavori in modo da rispondere alle esigenze del traffico e ai blocchi stradali che vi sono duranti i lavori. Non solo: in data del 21 gennaio del 2009, con la delibera di giunta numero 14, si dava incarico e mandato all’ingegner Traversini per iniziare la progettazione del sottopasso di via Firenze. Si fissava così il piano triennale delle opere pubbliche e, per l’anno 2011, la prevista attuazione dell’intervento. Questo è agli atti e visionabile da tutti; l’assessore Fratellini mente e, quel che è peggio, lo fa a danno alla città”. Da qui, il consigliere d’opposizione si spinge a fare considerazioni sull’operato dell’attuale amministrazione di centrodestra, guidata dal sindaco Stefano Ansideri: “Come si stanno portando avanti i lavori per il sottopasso di via Firenze? Come s’intende realizzare il sottopasso di via Irlanda, tanto voluto in campagna elettorale? Si ritiene che sia sufficiente dire che le somme sono impegnate per il2010 e il2011 per giustificare l’immobilismo?”.

Pdf: Corriere-2010-04-17-pag26

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