I TESSERATI RISCHIANO Sul fronte sportivo scatta il deferimento anche per la mancata denuncia dei tentativi illeciti di combine
Dopo l’inchiesta penale, chiusa l’indagine della procura della Figc. Sotto accusa otto club e 21 tesserati
IL CASO VIAREGGIO Sotto i riflettori i tentativi dei dirigenti di salvare dalla retrocessione la squadra bianconera
di Stefano Brogioni
FIRENZE Telefonate, accordi fra panchine (falliti) e 5mila euro in un albergo. Dopo l’inchiesta della procura di Lucca, sono arrivati i deferimenti della procura federale della Figc sulle combine in serie D. E fanno
molto rumore. 21 tesserati e 8 società, tra queste la crema del campionato di Serie D, tremano per i riflessi sportivi che l’inchiesta sul Viareggio della stagione 2018-19 potrà portare. Calciatori, allenatori, dirigenti: l’incolpazione è di non aver denunciato i tentativi di combine partiti dal ’triumvirato’ del defunto sodalizio bianconero, composto dal patron Sergio Lazzarini, dal ds Gianni Petrollini e dal dirigente-allenatore Tommaso Volpi. Per responsabilità oggettiva, rischiano sanzioni anche i club: Scandicci, Aglianese, Massese, Pianese, Sangimignano, Trestina, i trentini del Levico Terme. L’inchiesta sportiva, condotta dal procuratore Paolo Mormando, prende spunto dagli atti d’indagine trasmessi dal pm di Lucca Aldo Ingangi. Le responsabilità sportive sono però differenti da quelle penali. Succede così che chi non è stato sfiorato dagli avvisi di garanzia, si trova ora sotto accusa per non aver denunciato i tentati illeciti. Nel mirino ci sono Viareggio-Trestina, Bastia-Viareggio, Viareggio-Aglianese, Massese-Viareggio, Viareggio-Pianese, Viareggio-Scandicci, Viareggio Sinalunghese e anche Sangimignano-Prato, gara, quest’ultima, «estranea» al penale. Volpi Lazzarini-Petrollini sono incolpati di aver dato ordine all’allenatore Aiello di accordarsi per un pareggio nel match casalingo con Trestina (3 marzo 2019). Nonostante i contatti con il presidente Leonardo Bambini e l’allenatore degli umbri Enrico Cerbella, il Viareggio perde 1-0. Il 31 marzo, nuovo tentativo di aggancio al Bastia, tramite il dirigente del Levico Claudio Ferrarese che conosce un calciatore. I bianconeri perdono ancora, ma nessuno informa la giustizia sportiva. Neanche Agostino Iacobelli, tecnico dell’Aglianese, si fa «comprare» (vincerà 3-0), ma pure lui, secondo l’accusa, si è dimenticato di denunciare il tentativo di combine. Massese-Viareggio, 14 aprile: i bianconeri avrebbero dovuto vincere «grazie» alla complicità del difensore apuano Alessio Mariotti, che però viene sostituito a fine primo tempo. Risultato 0-0. Pari anche con la Pianese (2-2). I senesi del presidente Vagaggini si negano al telefono alla vigilia, a gara in corso il tecnico viareggino Macchetti avvicina il collega Masi per proporgli di accontentarsi del punto. Ottiene un rifiuto, ma tant’è. Viareggio Scandicci, 5 maggio, ultima spiaggia. Finisce pari al termine di 90 rocamboleschi minuti, ma per la procura vi fu un accordo per il pareggio «a fronte della corresponsione di 5mila euro», frutto di un accordo con il ds avversario Mirko Garaffoni. Contemporaneamente, contesta la procura Figc, ci sarebbero stati tentativi di alterare il risultato dell’altro match salvezza, Sangimignano-Prato, un 1-1 che condannò i senesi. Pare fallito anche il tentativo di «comprare» la Sinalunghese nello spareggio del 12 maggio. Il Viareggio retrocesse, ma il terz’ultimo posto non pare, oggi, la cosa peggiore di quell’annata.
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