Barbara Carli dell’associazione Impianti Sport e Fitness

«Noi ci adeguiamo, ma continuiamo a sottolineare che le palestre sono luoghi sicuri». Barbara Carli (nelle foto), delegata per l’Umbria di Anif (Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness), commenta così l’obbligo per palestre e centri sportivi a far esibire ai clienti il green pass. Ma restano i dubbi. «I protoccolli di implementazione delle misure di sicurezza e sanificazione, adottati già da maggio 2020 – spiega Carli – hanno reso i nostri centri, già per vocazione e definizione volti alla tutela del benessere, ancora più sicuri e preziosi alleati nella lotta al virus». La delegata regionale Anif aggiunge: «Le statistiche dimostrano che le palestre non sono state luoghi in cui si sono determinati i contagi e senza bisogno di esibizione del green pass». Incontrando personalmente centinaia di persone che fanno parte soprattutto del gruppo di frequentatori della palestra Area4 di Bastia Umbra, di cui è amministratrice, Barbara Carli è travolta da domande frequenti alle quali ha difficoltà a rispondere: «Mi trovo davanti genitori che accompagnano figli disabili in un luogo di allenamento che per loro è indispensabile e la cui sospensione in attesa del green pass è percepita come un danno e forse lo è. Oppure sordomuti, adolescenti in condizioni di obesità aggravate dal recente periodo di immobilità, con depressione a causa del recente isolamento con l’esercizio fisico che risulta ancor più indispensabile e la privazione dello stesso. Tutto questo in attesa di una certificazione verde per entrare in un luogo, ribadisco, in cui i dati statistici hanno dimostrato l’irrilevanza del contagio». Carli si domanda quindi: «Perché privare, in condizioni di sicurezza, della libertà di poter praticare esercizio fisico del diritto alla salute e della possibilità di pensare al proprio benessere?». Ed aggiunge: «Viviamo un periodo di confusione, di incertezza, di assenza di regole chiare e coerenti di cui il green pass è la più evidente testimonianza. E’ importante iniziare a comunicare, istituzionalmente, l’importanza del mantenimento di uno stile di vita attento al rispetto delle regole di sicurezza, ma anche all’amor proprio e a ciò che veramente fa star bene». Daniele Cervino

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