L’intervista Dall’esordio con la squadra del paese alla prima tra i grandi con Luzi: “Che persona”
Il 18enne che sta facendo felice Bastia: “Sogno anche di lavorare in banca”
BASTIA – Un’ascesa fulminea, quella di Matteo De Santis, che a 17 anni si è conquistato un posto da titolare nel centrocampo del Bastia, pur avendo iniziato a giocare a pallone piuttosto tardi. L’animo generoso e il mettersi a completa disposizione della squadra, uniti a una grande corsa e a un ottimo lavoro da recupera palloni sono le caratteristiche che rendono De Santis uno tra i migliori giovani del Bastia, ma anche del panorama di Eccellenza e Promozione umbre. Esordi Nato nella calda estate del ‘92 a Palazzo di Assisi, il piccolo Matteo, sin dalla più tenera età, sognava di indossare gli scarpini, ma mamma Orietta non era d’accordo. “Alla fine ho vinto io – racconta il mediano – e mia madre ha dovuto cedere di fronte alle mia gran passione per il pallone. Ho iniziato a 11 anni con la squadra del mio paese, il Palazzo”. Un anno negli Esordienti e uno nei Giovanissimi per poi approdare al Bastia. Primi passi tra i grandi “A13 anni ho cambiato società – prosegue De Santis – e dopo una stagione con mister Marcantonini e un paio negli Allievi con Spigarelli ho fatto il salto in prima squadra e per questo devo ringraziare mister Luzi che mi ha dato fiducia da subito”. Un rapporto di stima reciproca, quello tra Zoran, ora sulla panchina del Todi in D, e Matteo. “E’ uno degli allenatori che ricordo con maggior affetto – dice – perché è stato lui a farmi esordire e a lanciarmi nel calcio che conta. Credo che abbia visto in me la voglia di giocare e il tanto impegno, ed è per questo che avrà voluto premiarmi. Io ho sempre cercato di ripagarlo dando il massimo e lavorando con continuità. Una delle sue caratteristiche più belle è che, oltre ad essere un tecnico molto preparato, ci sa fare con i giovani”. La conferma a Bastia Quest’anno in panchina siede l’eugubino Renzo Tasso, al suo primo anno da allenatore, ma per De Santis non è cambiato nulla, perché è ancora lui ad occupare quel ruolo da mediano, ora accanto a Max Lazzoni. “Mi trovo benissimo con il mister – specifica Matteo -, finora mi ha aiutato davvero tanto dandomi preziosi consigli. Si vede che è un professionista dalla cura che ha per le piccole cose, che poi sono quelle che ti spingono a dare il meglio e ti caricano”. I play off sono l’obiettivo del Bastia da inizio campionato, l’avvio si stagione però non ha corrisposto del tutto alle aspettative. ”Noi ci crediamo ancora – ammette De Santis -, pur non essendo partiti benissimo, in queste ultime gare ci stiamo riprendendo. Siamo migliorati e ci siamo messi d’impegno per provare a raggiungere gli spareggi come l’anno scorso. Forse ci eravamo buttati un po’ troppo giù, dal punto di vista morale, durante le prime gare di campionato quando non arrivavano i risultati, specie dopo che nel precampionato avevamo fatto bene”. Con un compagno di reparto come Lazzoni, poi, per De Santis è tutto più semplice. “Dopo il mister – dice il centrocampista – ascolto i consigli di Max e mi ispiro a lui visto che gioca nel mio stesso ruolo. E’ uno dei compagni di squadra con cui mi trovo meglio, anche se in squadra mi aiutano tutti”. Matteo, infatti, è uno di poche parole, uno che non si sbilancia mai nelle sue disamine. “Sono piuttosto taciturno e timido – svela -, forse è per questo che con i ragazzi più grandi di me non sono un gran chiacchierone, ma questo non significa che non mi trovi bene con loro, anzi”. Quel 3 ottobre… Una delle soddisfazioni più grandi a livello calcistico è arrivata per De Santis proprio il 3 ottobre scorso, quando ha messo a segno la sua prima rete stagionale. “La partita più emozionante – ammette – è stata quella in casa del Città di Castello dove ho segnato il mio primo gol di quest’anno. Battistelli è andato sul fondo ha rimesso la palla indietro, io arrivavo di corsa e l’ho messa dentro. E’ stata una grande emozione, tutti che mi abbracciavano, davvero una bella sensazione. Peccato che poi gli avversari hanno pareggiato nei minuti finali”. Tifoso della Juve, Matteo non si ispira a nessun giocatore in particolare e ha come unico sostenitore in famiglia suo padre Leonardo. “A casa mia non piace a nessuno il calcio, tranne che a mio papà – rivela – che è anche il mio primo tifoso”. Il sogno di De Santis è quello di poter giocare, un giorno nel calcio vero, ma nel frattempo mantiene i piedi per terra. “Frequento il quinto anno del Liceo scientifico ad Assisi – conclude – e mi piacerebbe lavorare in banca, ma ovviamente il primo obiettivo è quello di fare il calciatore”.
Cristina Biondi

Corriere-2011-01-12-pag07S

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