Fronte unito dei sindaci per chiedere potenziamenti nei reparti 
   
 di VALENTINA AISA


ASSISI – «Evitare che, a piccoli passi, il servizio ospedaliero venga ridotto». È stato il presidente del consiglio comunale, Lucio Cannelli, ad aprire, ieri, il consiglio comunale aperto sul tema “Ospedale di Assisi, prospettive e problemi”, mettendo subito i puntini sulle “i”.
Un incontro tra i consiglieri comunali, i cittadini, gli operatori dell’ospedale, alla presenza anche dell’assessore regionale alla sanità, Maurizio Rosi, e del direttore generale Asl 2, Giuseppe Legato, che è servito per riflettere sul nosocomio assisano dopo la chiusura della pediatria ai ricoveri ordinari, avvenuta il 5 dicembre, e le molte preoccupazioni sull’eventuale depotenziamento della struttura. Ma, soprattutto, per indirizzare il nuovo Piano Sanitario Regionale, che stabilirà gli obiettivi della sanità umbra per i prossimi anni, attualmente in fase di preparazione.
La vicenda ha coinvolto direttamente tutto il comprensorio, non solo Assisi, ma anche Bastia, Valfabbrica e Cannara: «Occorre precisare che la funzionalità e la qualità del servizio dell’ospedale di Assisi – sottolineano il sindaco di Cannara, Giovanna Petrini, di Valfabbrica, Oriano Anastasi, e di Bastia, Francesco Lombardi – è una priorità condivisa dalle nostre amministrazioni. Il reparto di ostetricia e ginecologia che, nel 2006, ha supportato circa 1.900 ricoveri con la nascita di 700 bambini, funziona a pieno regime, ma si rende necessaria l’immediata riapertura del reparto di pediatria».
Su un punto, dunque, sono tutti d’accordo: l’ospedale di Assisi va potenziato, per rispondere meglio alla naturale vocazione turistica della città. Per questo, il sindaco assisano, Claudio Ricci, ha ribadito ieri la necessità di classificare la struttura come “particolare”, non come mero “ospedale di comunità”. «Il sistema sanitario – spiega Ricci – deve prendere atto delle particolarità dell’ospedale di Assisi, una risorsa per tutta l’Umbria». Il sindaco, inoltre, ha rilanciato il nome “San Francesco e Santa Chiara d’Assisi” «per promuovere l’ospedale, come in altre città santuario».

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