Disposti esame del dna e analisi dei reperti biologici. Istanza per accertamenti sull’auto del conducente

Non risultano segni di sangue repertati sulla macchina dell’autista (sentito come persona informata sui fatti) che avrebbe riportato a casa Patricia, già sanguinante, dopo la colluttazione con Samuele De Paoli. Eppure sul torace del
22enne trovato morto il 28 aprile scorso, nudo, in un fosso, nelle campagne dietro la zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte, c’erano tracce ematiche. Secondo l’avvocato della trans uscite dal naso dell’assistita dopo le percosse.
Perché allora non sono presenti altrove, soprattutto sulla vettura in cui è salita subito dopo? L’avvocato della famiglia della vittima. Valter Biscotti, ha presentato istanza per compiere accertamenti sull’auto del conducente, unico testimone che conferma la ricostruzione dell’indagata. Ieri Giuseppe Petrazzini, il procuratore aggiunto che ha indagato per omicidio preterintenzionale Patricia, ha disposto gli accertamenti tecnici non ripetibili sui reperti biologici. Il lavoro è stato affidato alla polizia scientifica di Roma. E’ stata la stessa indagata a recarsi in questura per ricevere la notifica. Secondo l’avvocato di quest’ultima, Francesco Gatti, il sangue sul corpo della vittima potrebbe essere quello fuoriuscito dal naso della sua assistita dopo essere stata colpita nella colluttazione che avrebbe portato alla morte del 22enne. L’indagata sostiene di essere stata aggredita durante una prestazione e ha reagito afferrando per il collo Samuele. L’autopsia ha riscontrato una lesione del nervo vago. La polizia scientifica di Roma dovrà analizzare il sangue sul torace e sul gomito di Samuele, nella Panda rossa utilizzata quest’ultimo (intestata alla madre), materiale biologico repertato sulle dita della vittima e un asciugamano sporco di sangue trovato nella casa dell’indagata. E ancora: una macchia bianca – si presume sperma: verrà fatto l’esame del dna – sul sedile del passeggero e profilattici trovati dentro e fuori la vettura. Biscotti ha nominato come genetista Angela Ingrascì dell’Università di Roma Tor Vergata. Nel verbale del pronto soccorso della brasiliana, firmato dal medico del Santa Maria della Misericordia Marco Rondini alle 3.33 del 29 aprile, ossia 30 ore dopo le lesioni, si rileva la rottura di quattro costole, “edemi e lividi perioculari, e alla mandibola sinistra” un piccolo ematoma alla mammella sinistra, un livido all’avambraccio, escoriazioni dorsali e lombari. Non la frattura del naso, stando al referto. Tra le incongruenze emerse fra il racconto dell’indagata e gli esiti degli accertamenti c’è anche il bastone non trovato con cui la 43enne – al secono Pinheiro Resi Duarte Hudson – dice di essere stata picchiata. Poi il sangue, presente sull’auto della vittima e sull’asciugamano trovato in casa della trans ma non sulla vettura dove è salita per essere riaccompagnata nel suo appartamento in piazza del Bacio. Da qui l’instanza di Biscotti, che chiede un supplemento di indagine .
Ale. Ant.

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