Altri  sei mesi per permettere ulteriori accertamenti sulla ricostruzione della trans La madre Sonia: “Chi era con lui non ha detto tutto, ora fare luce sui pusher”

Fascicolo Patrizia è a piede libero da quando è stata iscritta nel registro degli indagate

di Alessandro Antonini

PERUGIA Sono in corso ulteriori ac­certamenti della polizia giudi­ziaria, il fascicolo non può esse­ re chiuso. Il pm Giuseppe Petrazzini ha chiesto la proroga di sei mesi delle indagini su Pinheiro Reis Duarte Hudson, la trans nota come Patrizia, sotto inchiesta per l’omicidio prete­rintenzionale di Samuele De Paoli, 22enne di Bastia Umbra trovato cadavere il 28 aprile scorso in un fosso della campa­gna a Sant’Andrea Delle Frat­te, a Perugia. Le indagini preliminari si sarebbero dovute concludere il 29 novembre 2021. Il 29 ottobre il pm ha fat­to richiesta di proroga. Il 18 gennaio l’atto è stato notifica­to a Patrizia, difesa dall’avvoca­to Francesco Gatti. Intanto la madre di Samuele, Sonia Sorbelli, torna a rompere il silen­zio e a chiedere giustizia. I suoi legali, Valter Biscotti e Brenda Ercolani, sono in attesa della relazione della polizia scientifi­ca sui reperti biologici trovati sulla scena dell’omicidio. An­che Gatti attende la perizia. Sa­muele sarebbe morto per una lesione al nervo vago causata dalla stretta al collo di Patrizia durante uno scontro fra i due. Lei sostiene di essersi difesa. In un post su Fb dello scorso 30 gennaio Sonia scrive: “Mi sono stufata di aspettare le in­dagini, la scientifica e tanto al­tro. Mio figlio è stato ucciso e dopo nove mesi gente (presun­ta) colpevole è libera ma di co­sa vogliamo parlare. Ragazzi tremate, mi sono rotta…”. Con­tattata dal Corriere la madre di Samuele spiega che “a questa distanza di tempo mi sembra incredibile il fatto che l’indaga­ta sia a piede libero senza l’ob­bligo di firma, libera di lavora­re in strada come se niente fos­se. Che le indagini vengano ap­profondite è positivo. Nelle contraddizioni presenti nei verbali degli interrogatori resta il dubbio che vi sia stato un ter­zo uomo quella sera oltre a Sa­muele e Patrizia. Un dubbio che per me è certezza. Credo che vada approfondita l’indagi­ne sullo spaccio di stupefacen­ti e sui pusher che quella sera hanno rifornito Samuele e gli amici. Il mio Samu non faceva uso abituale di cocaina e sono convinta che chi era con lui non abbia detto tutto quello che sa. Ombre emergono dalle dichiarazioni soprattutto di uno dei ragazzi. Voglio visionare le immagini delle telecame­re perché sono convinta che da lì arriveranno elementi uti­li. Samuele manda un messag­gio vocale a un amico alle 20,18; alle 20,29 non risponde al mio. Sono certa che a quell’ora era già morto”.

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