LA FAMIGLIA: «GRAZIE, ORA EVITIAMO CHE PRENDA UN AEREO PER IL BRASILE» LA DIFESA: «CERTI CHE SI SIA SOLO VOLUTA PROTEGGERE»
IL CASO
PERUGIA Venti giorni di approfondimenti e studio. Venti giorni di silenzio. E poi la bomba. Niente archiviazione, ma indagini chiuse con l’accusa più grave: la morte di Samuele De Paoli è un omicidio, seppur preterintenzionale. Questa la decisione della procura generale che, in quattro pagine di avviso di conclusione indagini e tredici righe di comunicato firmato da Sergio Sottani, spiega il decesso del ventiduenne trovato morto in un fosso a Sant’Andrea delle Fratte per mano spiega il pg di Hudson Pinheiro Reis Duarte, trans di 44 anni nota come Patrizia.
La procura della Repubblica diretta da Raffaele Cantone aveva invece chiuso il caso con la convinzione che la stretta al collo che ha ucciso (non subito) Samuele sia stata dovuta alla legittima difesa, forti insieme all’aggiuto Giuseppe Petrazzini di una perizia per cui a Patrizia restava semmai solo l’omissione di soccorso.
LA CONCLUSIONE
E invece, dopo aver avocato a sé le indagini, la procura generale arriva a una conclusione diametralmente opposta. Omicidio. Il pg Sottani, infatti, suppone che la morte del giovane sia avvenuta «per afferramento violento del collo della vittima, con un’azione compressiva esercitata nella regione corrispondente alla biforcazione carotidea destra, in prossimità dell’angolo mandibolare». L’ufficio di palazzo del Capitano del popolo, all’esito di «ulteriori accertamenti», che risultano essere approfondimenti sul materiale inviato da via Fiorenzo Di Lorenzo, ha ritenuto «di non condividere la richiesta formulata in precedenza, senza necessità allo stato di un supplemento medico legale».
In base a quanto si legge nel 415 bis notificato a Patrizia, in seguito alla colluttazione con Samuele, lei ha riportato la frattura composta della costa sinistra, con ecchimosi al volto (le lesioni da difesa secondo la procura), ma la 44enne «afferrava violentemente per il collo Samuele De Paoli e con il suo palmo della mano destra fasciava la regione anteriore della vittima, mentre con il primo dito comprimeva la regione lacero cervicale destra della vittima, in prossimità dell’angolo mandibolare». Causandone la morte, avvenuta dopo la fuga per allontanarsi, ha raccontato, dalla furia del 22enne.
LE REAZIONI
Un cambio di rotta, che ora con ogni probabilità vedrà lo stesso Sottani inviare la richiesta di rinvio a giudizio e sostenere di persona la posizione della procura generale, che fa «felicissima» la famiglia di De Paoli, già pronta all’opposizione all’archiviazione che l’avocazione dell’inchiesta ha reso non più necessaria. «La famiglia e mamma Sonia commenta l’avvocato Valter Biscotti, che l’assiste con la collega Ilaria Pignattini non possono che ringraziare la procura generale per l’attenzione su un caso così particolare. Attenzione non scontata. E ora l’impostazione del caso è completamente capovolta e si torna all’ipotesi originaria dell’iscrizione a ruolo, con un’incolpazione molto pesante. Tanto che inizieremo a valutare anche noi l’istanza per sollecitare una misura cautelare nei confronti di Pinheiro che, ricordiamo, da quel 27 aprile 2021, è ancora a piede libero. Anche solo un obbligo di firma sarebbe già un segno di controllo nei confronti di chi potrebbe prendere un aereo per il Brasile. Esprimiamo intanto soddisfazione e attendiamo la richiesta di rinvio a giudizio».
Di posizione opposta il commento dell’avvocato Gatti: «Prendiamo atto dell’avviso notificato, che, sulla base di quanto si legge, non si baserebbe su ulteriori accertamenti medico legali, ma solo su una rivalutazione di quanto già effettuato in precedenza. Come sempre sottolineato, ci difenderemo serenamente avanti all’autorità giudiziaria competente, comunque certi dell’azione difensiva di Patrizia Pinheiro». La battaglia è (di nuovo) solo all’inizio.
Egle Priolo
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