Bastia

Omicidio colposo per il bimbo morto al’asilo

Nuova udienza in corte d’assise per le due maestre a processo per abbandono di minore

Il pubblico ministero cambia l’accusa. La rabbia della madre
PERUGIA – Il processo per la morte del piccolo Edoardo è a un punto di svolta. E per i genitori ieri è stata una giornata difficile. Il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini ha riqualificato il capo d’imputazione per le due maestre di un asilo nido di Bastia Umbra dove morì il piccolo Edoardo, 13 mesi appena, nel marzo del 2008 per un rigurgito di vomito nel sonno. Per il pm non si trattò di abbandono di minore ma di cooperazione in omicidio colposo. L’annuncio a sorpresa nel corso dell’udienza di ieri mattina in corte d’Assise. E mentre la madre del piccolo Edoardo usciva dall’aula visibilmente scossa, il legale che assiste la famiglia costituitasi parte civile, Francesco Cappelletti ha preso tempo per capire la direzione del processo che ancora è tutto da scrivere. Dal punto di vista dei legali delle due imputate, Nerio Zuccaccia e Aurelio Pugliese, è il primo passo verso il totale chiarimento della situazione e l’assoluzione delle loro assistite. La riqualificazione del fatto in sostanza comporta, secondo i due legali di parte, considerare un fatto di minore gravità. “Mi dispiace per la famiglia del bambino -ha detto la titolare dell’asilo nido Rosita Orologio, imputata insieme all’educatrice Lara Panzolini – ma ho la coscienza a posto perché ce l’abbiamo messa tutta per tentare di salvare il bimbo. Sono mamma anche io e da quel giorno la mia vita è diventata un incubo”. Le due donne hanno sempre rivendicato la correttezza del proprio comportamento. Sarà comunque la Corte d’Assise, presidente Giancarlo Massei, a decidere alla fine il capo d’imputazione e l’eventuale colpevolezza. Un decesso provocato dunque da una insufficienza respiratoria acuta. Come spiegato dagli ultimi teste della parte civile, in particolare il medico legale Martellotti che ha escluso però processi patologici precedenti. Dopo la testimoninanza del comandante della stazione di Bastia Umbra Casario che ha coordinato le indagini subito dopo la scoperta del piccolo ormai senza vita – assente il medico del 118 che intervenne sul posto al momento in Irlanda – è stata quindi la volta dei teste della difesa Panzolini, assistita dall’avvocato Pugliese. A parlare una giovane pediatra che dieci giorni prima i fatti visitò a casa il piccolo. Per la dottoressa Mencacci il piccolo aveva febbre, rinite e congiuntivite che successivamente però erano state risolte anche a seguito la somministrazione di alcuni antibiotici. Breve ma emotivamente forte la testimonianza resa dal padre del piccolo. “Mio figlio stava bene – ha risposto il padre al pm Petrazzini – l’avevo portato dal primario di pediatria di Assisi dieci giorni prima. Non l’ho mi visto vomitare, per me è stata una sorpresa… l’ho visto per l’ultima volta quattro ore prima”. L’udienza davanti ai giudici di Perugia è stata rinviata al 30 settembre prossimo.
Patrizia Antolini

Pdf: Corriere-2010-05-14-pag04

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