IN TRIBUNALE

Una lite scoppiata a bordo di un autobus di linea si è trasformata in un caso giudiziario che ora vede una coppia imputata per aggressione e interruzione di pubblico servizio. L’episodio risale al 14 febbraio 2023 quando i controllori della società di trasporto pubblico Busitalia hanno sorpreso un minorenne senza biglietto sulla tratta Assisi-Bastia Umbra.

A quel punto la madre del ragazzo, una donna di 47 anni, avrebbe perso il controllo, inveendo contro gli addetti con frasi minacciose e volgari: «Avete sequestrato mio figlio. È un minore e lo avete sequestrato, vi ammazzo tutti quanti, pezzi di m, str, vi gonfio». Secondo la ricostruzione della Procura la donna è salita sul mezzo con atteggiamento aggressivo e ostile, avvicinandosi ai verificatori con fare minaccioso. Dalle testimonianze risulta che avrebbe tentato di colpire i controllori. Uno degli addetti, a seguito della concitazione e dello scontro verbale, avrebbe riportato «agitazione e dolore toracico». Ma l’aggressione non si sarebbe fermata qui. Il marito della donna, un uomo di 58 anni, sarebbe intervenuto poco dopo, rivolgendosi a un altro controllore con atteggiamento intimidatorio prima di colpirlo con una manata al petto.

Le azioni della coppia avrebbero causato il blocco temporaneo della linea E007 di Busitalia e creando disagi agli altri passeggeri. Per questo, oltre alle accuse di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e percosse, ai due viene contestato anche il reato di interruzione di pubblico servizio. Il processo è attualmente in corso davanti giudice Alessandra Grimaccia. Nell’ultima udienza il pubblico ministero Domenica Favasuli ha ribadito la gravità dell’accaduto, sottolineando il ruolo dei verificatori come incaricati di pubblico servizio e la necessità di garantire la loro sicurezza nello svolgimento delle funzioni.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Gianfranco Giubilei, cercherà ora di smontare le accuse e di dimostrare eventuali attenuanti. Nelle prossime settimane sono attese nuove testimonianze che potrebbero chiarire ulteriormente la dinamica dei fatti e il ruolo dei due imputati nella vicenda. Quindi la sentenza.

En.Ber.

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