Padre e figlio devono rispondere anche dell’accusa di ricettazione e riciclaggio di auto
PERUGIA – Per Rocco Massa, 45 anni, commerciante, accusato con il figlio Vincenzo di 25 anni, di detenzione a fine di spaccio di ben cinque chilogrammi di hashish, si sono aperte le porte del carcere di Capanne. Il gip Marina De Robertis, nonostante le affermazioni dei due arrestati nel corso dell’interrogatorio, ha infatti firmato la convalida dell’arresto e per entrambi la custodia cautelare in carcere. E questo sebbene il figlio si sia assunto tutta la responsabilità dell’acquisto e della detenzione della droga (hashish) e il padre abbia proclamato la sua estraneità e promesso di dare una bella lezione al figlio, una volta liberi, per averlo coinvolto in una vicenda così grave, pesante e delicata. Nelle prossime ore il difensore dei due Massa, l’avvocato Vincenzo Maccarone, valuterà se presentare una nuova istanza al gip per la libertà di Rocco Massa oppure se adire al tribunale del riesame in tema “de libertate”. Il caso si colora di toni abbastanza singolari. Perché la droga è stata trovata dai carabinieri del capitano Andrea Pagliaro, comandante della compagnia di Assisi, dietro uno scaffale del negozio di San Sisto, un discount, gestito dal padre(Rocco). Ma il figlio (Vincenzo) ha confessato al giudice di essere stato lui a fare l’acquisto del grosso quantitativo di hashish a Napoli. Ed ha spiegato anche il perché: gli affari della sua sala giochi, a Ponte San Giovanni, stavano andando a rotoli e lui aveva pensato di raddrizzare la barca, lanciandosi nel business della droga. Il tutto senza dire nulla al genitore. Lui, essendo figlio del gestore del discount, non aveva avuto difficoltà o problemi ad entrare nell’esercizio commerciale, a nascondere la droga dietro lo scaffale, in cui erano sistemati capi di abbigliamento e a riteresi al sicuro di sorprese. Che invece ci sono state. E molto serie. L’affare comunque è abbastanza complicato, anche per il magistrato, in quanto Rocco e Vincenzo Massa sono coinvolti anche in una delicata storia di riciclaggio di auto, risalente al periodo 2003-06, quando i due gestivano l’Autosalone Massa di Corciano. I due, insieme ad altri dodici, dovranno comparire a breve davanti al gup per rispondere di questi reati. Che sono, per alcuni, l’associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di auto (in Italia e all’estero) e al riciclaggio di vetture. Una inchiesta nella quale compaiono adirittura cinquantuno parti offese e le cui indagini sono state svolte dalla sezione di polizia giudiziaria della polstrada (con gli ispettori Giuliano Bellucci, Sandro Picone e Roberto Marzi).
Ecbert

Corriere-2010-05-24-pag03

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