Bastia

«Non c’è tempo da perdere», giovedì nuovo sciopero alla Mignini


 BASTIA LA CGIL TIENE IL PIEDE SUL GAS NELLA VERTENZA PER L’OCCUPAZIONE NEI DUE STABILIMENTI UMBRI DEL GRUPPO  
 



NON BASTANO le parole, servono fatti di evidente concretezza. La vertenza aperta due settimane fa con l’annuncio del gruppo industriale Mignini-Petrini della chiusura, entro il 2009, del mangimificio di Bastia e di altri due stabilimenti del gruppo a Nord e Sud Italia, oltre al licenziamento di 62 lavoratori, di cui 21 a Bastia, vede i sindacati, in particolare la Cgil, mobilitarsi alla ricerca di diverse soluzioni.
Nel prendere atto che l’azienda ha convocato un nuovo incontro, il 17 e 18 novembre nella sede perugina di Confindustria, con tutte le rappresentanze sindacali per «illustrare il piano sociale predisposto dal gruppo, che dovrebbe permettere di superare il conflitto in corso», la Cgil rilancia.
«Da parte nostra gli obiettivi restano molto chiari — rileva Vincenzo Sgalla, segretario generale Flai-Cgil Umbria — la trattativa si fa solo sulla base di un piano industriale in grado di rilanciare e rendere competitivo il gruppo nel mercato nazionale».
«Poi resta assolutamente determinante la piena salvaguardia dei livelli occupazionali», ribadisce il sindacalista.
La Cgil, infatti, rigetta l’ipotesi dei 21 esuberi dichiarati su Bastia e chiede di ricollocare tutto il personale coinvolto nello stabilimento di Petrignano.
«Noi non abbassiamo la guardia — aggiunge Sgalla — perché non ci fidiamo di questa azienda».


LA CGIL proclama per giovedì 30 ottobre uno sciopero nei due stabilimenti umbri, a «sottolineare i rischi concreti che i lavoratori di questa azienda stanno correndo».
Iniziativa che si svolgerà in contemporanea con il consiglio comunale aperto di Bastia, convocato giovedì per analizzare la situazione di crisi del gruppo, ma anche per una disamina di altre emergenze economiche sul territorio.
m.s.

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