Il sindaco Lombardi in consiglio assicura: un’area di sosta e non un vera e proprio campo


BASTIA UMBRA – Nel consiglio comunale di ieri a far da padrona è stata la questione dei nomadi nei parcheggi pubblici, ma per il resto è l’edilizia a riguardare la maggior parte dei punti all’ordine del giorno. Due argomenti simbolo della situazione in cui si trova il comune bastiolo, nonché termometro dei cambiamenti sociali in atto. Si costruisce, questo è sotto gli occhi di tutti; le palazzine sorgono come funghi ovunque, comportando un notevole aumento della cittadinanza. Ci sono costruzioni di qualità, che rimangono appannaggio dei nativi del comune e delle giovani coppie dei vicini di casa assisani, che preferiscono acquistare a costi umani e accessibili. Ma ci sono anche tante costruzioni dai prezn ancora più abbordabili, scelte in modo particolare dai molti meridionali che si trasferiscono attratti dall’offerta di lavoro; lampante il collegamento alla catena degli appalti e dei sub appalti edilizi, con i quali si chiude la catena dei cambi di residenza.
Il frutto di tutti i cambiamenti è la multirazzialità di cui Bastia Umbra è divenuta emblema. A dimostrazione di quanto la mentalità dei bastioli sia aperta e si ponga in atteggiamento di dialogo nei confronti degli immigrati, è nata la consulta degli stranieri, che, dopo qualche equivoco di fondo, pare essere decollata. Ma la mozione presentata da Forza Italia rimette al centro dell’attenzione il problema della diversità, che con poco può trasformarsi in integrazione. ma che per ora è ancora da affrontare. Riguardo alla permanenza dei nomadi nei posteggi il sindaco Lombardi si è espresso dicendo che “Il problema è delicato e implica, oltre ai disagi segnalati, la necessità di evitare provvedimenti discriminatori. L’obiettivo è di arrivare a una situazione di normalità, in cui la permanenza sia effettivamente limitata alle 24 ore, evitando atteggiamenti furbeschi che rischiano di attrarre sul nostro territorio la permanenza illecita dei nomadi”. Si cerca una soluzione che accontenti tutti, magari un’area dì sosta creata ad hoc, in una zona isolata: no a un vero e proprio campo nomadi, che *sarebbe un richiamo per gli zingari e fonte di malcontento per i cittadini’ conclude Lombardi.
Alberta Gattucci

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