Bastia

Nodi al pettine per Lombardi

BASTIA L’ex sfidante Masci, capogruppo del Polo, solleva in consiglio i casi ex Giontella e Ospedalicchio  
 
BASTIA UMBRA — Forse il caldo ha reso rovente il primo Consiglio comunale dell’«era Lombardi», che si è protratto fino alle 23: quasi cinque ore di lunghi ed interminabili interventi nei quali sono riaffiorati i veleni che avevano caratterizzato la breve quanto intensa campagna elettorale. Silenzio su tutta la linea della Giunta, ordinatamente schierata sul tavolo della presidenza, e dello stesso sindaco Lombardi chiamato in causa più volte, ma che ha ostentato un impenetrabile silenzio. In particolare, il capogruppo di Forza Italia – Casa delle Libertà, Fabrizio Masci, ha risollevato il problema del conflitto di interessi per il sindaco in riferimento all’«affaire» ex Giontella. «Lombardi — ha ricordato Masci — dopo aver negato qualsiasi variante nell’area di recupero, anche in confronti diretti, alla vigilia del voto è andato a comunicare all’Associazione commercianti l’insediamento di una nuova media superficie, che desta perplessità e preoccupazioni; mentre rimangono irrisolte le vicende legate alla nuova area industriale di Ospedalicchio, che hanno visto l’attuale sindaco, allora responsabile della Cna, caldeggiare una soluzione di dubbia legittimità». «E’ ora — ha concluso Masci — che arrivino chiarimenti ufficiali dal diretto interessato». Una richiesta che è caduta nel vuoto. Il sindaco Lombardi entrerà nel merito delle questioni, forse, nel corso del prossimo Consiglio, quando presenterà il suo programma. Nessuna risposta neanche per il «rifondatore» Luigino Ciotti, che ha perso la sedia all’estrema sinistra a causa della diversa disposizione dei posti nell’emiciclo, dove ora siede Massimo Geoli dei Comunisti italiani. Ciotti, tuttavia si è rifiutato di sedere al centro, tra le liste civiche e la Margherita preferendo sostare tra il pubblico. «Continuerò a rimanere fuori dai banchi — ha detto — fino a quando non mi sarà restituito il posto che ho occupato per 10 anni». La decisione è stata del neopresidente del Consiglio, il Ds Andrea Tabarrini, che ha dovuto faticare per governare l’assemblea.
m.s.


 

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