E’ arrivata la notifica in Comune: la conferenza dei servizi darà lo stop definitivo-Intanto il comitato ha raccolto altre 631 firme
BASTIA UMBRA – E’ ormai quasi certo che lo sbarramento normativo conseguente alle recenti modifiche al regolamento regionale imporrà uno stop definitivo alla realizzazione dell’impianto a biogas nella frazione di Costano. Se però da una parte c’è chi per questo tira un sospiro di sollievo, cittadini in primis, dall’altra ci sono interessi imprenditoriali da difendere e salvaguardare. In forza di ciò, visti i ritardi subiti dall’iter autorizzativo alla luce di una tempistica che prevedeva l’inizio dei lavori già nella prima settimana di gennaio, l’azienda ha deciso di fare ricorso al Tar. La notifica in sede comunale, come conferma anche il sindaco Stefano Ansideri, è giunta nella giornata di ieri. Uno sviluppo affatto inatteso sul quale, già a partire da domani, si saprà di più. Si stringono intanto i tempi sulla convocazione della quarta e ultima conferenza dei servizi, nel corso della quale, salvo sorprese, si formalizzerà lo stop definitivo alla realizzazione dell’impianto. Un successo per il comitato per la difesa dell’ambiente di Costano, la cui mobilitazione tuttavia non si ferma. E’ di ieri, infatti, l’annuncio della consegna in Comune di altre 631 firme a sostegno della petizione popolare contro il biogas, che ormai sfiora le 1200 sottoscrizioni.Sul versante politico continua il dibattito sulla vicenda in seguito al suo approdo in consiglio comunale. E mentre voci di corridoio suggeriscono mal di pancia tra chi è contrario e chi favorevole al biogas all’interno del Pdl, unico tra i principali partiti a non essersi ancora esposto sulla vicenda, a mandare frecciate al centrodestra è Sel, che evidenzia il facile “revisionismo”di cui la maggioranza si è resa protagonista cambiando più volte opinione, “dalla presentazione in pompa magna del progetto” alla recente “presa di distanza dei propri componenti”. Plaudendo all’impegno del comitato per aver “fatto valere le proprie ragioni”, Sel ricorda di aver evidenziato fin dall’inizio come “questo impianto non fosse adatto al territorio scelto, come non vediamo luoghi alternativi nel nostro comune”.
di Sara Caponi
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