IL CASO «BORA BORA» IL GIP HA PROSCIOLTO UN’INDAGATO  – Nove persone rinviate a giudizo �
DOVEVA essere solo un locale sexy, uno di quelli in cui le ballerine si esibiscono in spettacoli di lap dance, ma al «Bora Bora» di Bastia Umbra invece le telecamere dei carabinieri filmarono qualcosa di più di ‘semplici’ balli erotici di avvenenti ragazze.
Ieri il gip Massimo Ricciarelli ha rinviato a giudizio nove persone, accusate a vario titolo di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Una (difesa dagli avvocati Luca Maori e Donatella Donati) è stata prosciolta.
Nell’ambito dell’inchiesta carabinieri e guardia di finanza svolsero controlli in altri locali del «giro» sexy e anche presso l’agenzia che reclutava le ragazze, molte straniere, ballerine professioniste disposte però — ancora secondo l’ipotesi della procura — ad accontentare i clienti.
Sempre secondo l’accusa i vigilantes del locale avrebbero chiuso un occhio quando, durante i controlli nei privée, non potevano non accorgersi che ragazze e cliente si spingevano oltre il ballo.
L’INDAGINE portò nel febbraio 2005 all’arresto di gestori e ‘vigilantes’ del locale e si basò, oltre che sulle intercettazioni telefoniche tra gli indagati, appunto sulle riprese, realizzate dagli investigatori nelle stanzette adibite a privée. Dove — stando alla ricostruzione accusatoria — i clienti si sarebbero appartati con le ballerine, pagando in base al tempo.
Ogni dieci minuti di lap-dance «privata» costavano infatti anche 50 euro. Cinquanta euro per dieci minuti di lap dance nei privée (o meglio «prestazioni artistiche individuali»).
Tutto ripreso dalle micro-camere nascoste nei cavi elettrici. Dopo gli arresti i legali avevano fatto ricorso al tribunale del Riesame sull’uso delle riprese.
Ieri in aula la pubblica accusa è stata rappresentata dal sostituto procuratore Giuliano Mignini, ma a coordinare l’inchiesta dell’Arma e delel Fiamme Gialle fu il collega Giuseppe Petrazzini.
E.B.

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