Bastia

Nel 2009 persi 169 posti di lavoro

L’inchiesta/5 L’analisi dei dati elaborati dalla Provincia di Perugia sugli archivi del Centro per l’impiego mostra uno scenario sconfortante
Per le donne è più difficile trovare impiego, penalizzata la fascia dai 35 ai 44 anni
A rischio Il calo interessa in particolare gli italiani,bene i lavoratori stranieri

di MASSIMILIANO CAMILLETTI

BASTIA UMBRA – E’ negativo il saldo tra avviamenti e cessazioni di rapporti di lavoro registrato nell’ultimo anno nel nostro territorio. Nel 2009 infatti, come risulta dalle elaborazione che la Provincia di Perugia ha effettuato sugli archivi del Centro per l’impiego, le cessazioni sono state 6.127, a fronte di 5.982 avviamenti: – 145. Scendendo nel dettaglio e prendendo a riferimento la cittadinanza si può osservare il saldo negativo è da attribuire unicamente ai lavoratori italiani per i quali le cessazioni (4.490) hanno superato gli avviamenti (4.277) di 213 unità.
Per cittadini che lavorano a Bastia e provengono dagli altri Paesi dell’Unione europea si registra invece un saldo positivo tra avviamenti (595) e cessazioni (556): + 39. Allo stesso modo è positiva la differenza tra avviamenti (1.110) e cessazioni (1.081) di rapporti di lavoro che hanno interessato lavoratori giunti a Bastia da Paesi extra Ue: + 29. In termini assoluti è la fascia di età compresa tra 35 e 44 anni quella dove si registra la flessione più preoccupante: in questo caso infatti le cessazioni di rapporti di lavoro riguardanti lavoratori italiani sono state 1.298, mentre gli avviamenti solo 1.230: – 68. A seguire saldi negativi per la fascia 30-34 anni (54 avviamenti in meno rispetto agli avviamenti) e la fascia 45-54 (-50).
Per contro il saldo positivo più alto nel rapporto tra avviamenti e cessazioni tra i lavoratori provenienti da altri Paesi Ue interessa la fascia di età 45-54 anni (69 avviamenti contro 58 cessazioni: +11), mentre tra coloro che sono giunti a Bastia da Paesi extraUe la fascia 25-29 (191 avviamenti a fronte di 177 cessazioni: +14).
Prendendo invece a riferimento il sesso, balza all’occhio che le difficoltà maggiori nel trovare lavoro le incontrano le donne, in quanto gli avviamenti (3.043) sono inferiori alle cessazioni (3.154) di 111 unità, mentre il differenziale per gli uomini si riduce a – 34 (2.939 avviamenti contro 2.973 cessazioni). Se dall’analisi dei movimenti complessivi di cessazione e di avviamento (lo stesso lavoratore può avviare e cessare più di un rapporto di lavoro nel corso dell’anno) registrati nel 2009, si passa all’esame dei dati relativi al numero dei lavora-tori avviati e cessati il quadro non migliora.
Se nel 2009 infatti sono stati 3.142 coloro che sono stati avviati al lavoro nel nostro territorio, 3.311 sono stati cessati: saldo anche in questo caso quindi negativo: – 169. Passivo solo per i lavoratori italiani che tra avviati (2.285) e cessati (2.503) fanno registrare un preoccupante – 218. Positivo invece il saldo tra lavoratori di altri Paesi Ue avviati (335) e cessati (309):
+ 26, e quello tra lavoratori extra Ue avviati (522) e cessati (499): + 23. Il saldo tra lavora-tori avviati e cessati, in termini assoluti, è più pesante per le donne (-115) che per gli uomini (-54). In particolare sono le donne italiane della fascia d’età compresa tra i 35 e 44 anni a mettere a segno il dato più negativo: solo 271 di loro sono state avviate al lavoro, mentre 313 sono state cessate: – 42. A parziale consolazione c’è da segnalare che il saldo tra avviamenti e cessazioni nel 2008 era ancor più negativo di quello di quest’anno di 28 unità (5.958 contro 6.199: – 241). Un entusiasmo però che si raffredda subito se si fa riferimento al rapporto tra lavoratori avviati e cessati, che nel 2008 era addirittura positivo (3.975 contro 3.969: +6), mentre nel 2009, come evidenziato sopra, è negativo (-169).

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