Nei guai un calabrese residente a Perugia titolare di un’azienda di Bastia
 
Imprenditore sospettato di riciclare denaro sporco



 PERUGIA – È stato compiuto di notte, a Perugia, uno dei 38 arresti nell’ambito di una operazione della polizia di Reggio Calabria che ha sgominato una associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, traffico d’armi ed esplosivi, riciclaggio di valuta estera, falsificazione e contraffazione di valuta e di titoli di credito. Gli uomini della squadra mobile di Perugia, in collaborazione con i colleghi calabresi, hanno arrestato la scorsa notte verso le tre nel suo appartamento in via Cortonese un uomo di 33 anni, accusato di occuparsi del riciclaggio dei proventi del traffico di droga e di armi. L’arrestato è uno dei soci di una società di consulenza, marketing e formazione professionale con sede a Bastia Umbra. L’operazione, denominata “Zappa”, rappresenta la fase conclusiva di complesse indagini svolte in varie città italiane nei confronti di un presunto sodalizio composto da alcune cosche della ‘ndrangheta. A pagina 19 Elio C.Bertoldi
  
E’ l’accusa per la quale la squadra mobile di Perugia gli ha fatto scattare le manette ai polsi


“Riciclava soldi della ‘ndrangheta”
 
Viveva a Perugia e gestiva una azienda a Bastia Umbra
 PERUGIA – L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio. Con questa pesante contestazione un calabrese, Francesco Romano, di 32 anni, è stato arrestato alle 4 di ieri notte nella sua abitazione di via Cortonese. A fargli scattare le manette ai polsi gli uomini della squadra mobile diretti da Luigi Nappi. L’ordine di custodia cautelare era stato emesso dalla magistratura calabrese. Francesco Romano, che viveva solo da qualche mese in Umbria, aveva un domicilio a Perugia e gestiva una società a Bastia Umbra. Una società che si occupa di formazione, stage e marketing. Secondo l’accusa il Romano avrebbe svolto attività di riciclaggio di valuta estera per conto della cosca. Una sorta insomma di cassiere della ‘ndrangheta. Nel mirino degli investigatori le cosche di Maesano-Pangallo-Paviglianiti di San Lorenzo Marina e la Sergi-Marando di Platì e San Luca. Le due cosche avrebbero gestito un traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, con il Sud-America. Le accuse sono associazione mafiosa, narcotraffico, riciclaggio di denaro, estorsione, falsificazioni di titoli. Gli arresti di ieri notte sarebbero la prosecuzione dell’operazione Zappa, quando esponenti dei clan furono arrestati in Spagna. Windsheare. Tra gli a restati figura Alessandro Pannunzi, figlio di un noto trafficante internazionale (arrestato a Madrid nel 2004). I due Pannunzi erano risultati coinvolti nell’Operazione “Windsheare”, gestita dalla procura di Perugia (il pm Antonella Duchini) e siluppata dal Ros dell’Umbria, che scoprì un traffico internazionale di cocaina tra la Colombia e Perugia, con il coinvolgimento di un gruppo di perugini, ma anche della ‘ndrangheta calabrese e della mafia siciliana. Il questore di Reggio Calabria, Vincenzo Speranza, nel corso di una conferenza stampa, ha spiegato che l’organizzazione sarebbe formata da “agglomerati criminali capaci di porsi come referenti dei cartelli colombiani della cocaina”. Dieci persone sono riuscite per ora a sfuggire all’arresto. “Ma sono persone da tempo ricercate – ha chiarito il questore – e che contiamo di assicurare alla giustizia nel più breve tempo possibile”. Precedenti. Nel passato molte le presenze sospette nel Perugino collegate alla mafia, alla ‘ndrangheta, alla camorra, alla Sacra corona unita. Uno degli episodi più recenti da ricordare è l’arresto del presunto cassiere del clan dei Casalesi, Antonio Del Vecchio, che viveva a Perugia alla fine degli anni Novanta. Anche lui venne arrestato dagli uomini della squadra mobile. Del Vecchio, considerato uno dei fedelissimi di Sandokan, il capo del clan, venne tradito dal suo amore per i night club e la vita notturna. A Perugia viveva anche un esponente della Sacra Corona Unita e gestiva, nel capoluogo umbro, un traffico di auto riciclate, tutte di grossa cilindrata, tra l’Italia e i Balcani. Un perugino, suo amico, era finito nei guai ocn la giustizia per essere stato sorpreso a trasportare una vettura rubata in Albania.
  
    
 Elio C. Bertoldi

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