Invece per l’avvocato di Patrizia, Francesco Gatti, si è trattato di un’azione difensiva
di Alessandro Antonini
PERUGIA Lacune e incongruenze. Due termini utilizzati da Marilena Mecchi, avvocato della famiglia di Samuele De Paoli, 22enne trovato morto nudo in un fosso il 27 aprile 2021, nell’udienza del processo davanti alla Corte d’appello di Perugia. Sono stati messi a confronto i consulenti del pm, Mauro Bacci e Sergio Scalise Pantuso, e i due periti del tribunale Vittorio Fineschi e Aniello Maiese.E sono state prodotte da Mecchi nuove foto con segni di sangue e lesioni non prese in considerazione in un una prima fase. Nel primo grado la transessuale brasiliana Patrizia, Pinheiro Reis Duarte Hudson è stata assolta perché il fatto non costituisce reato e oggi si trova di nuovo accusata di omicidio preterintenzionale con richiesta di 6 anni da parte della procura generale.“L’udienza – spiega Francesco Gatti, legale di Patrizia -non ha apportato modifiche nel compendio delle prove, e non ha che potuto confermare l’azione meramente incolpevole di Patrizia Pinheiro, e che ha portato all’assoluzione in primo grado. Sono emersi il contributo rilevante della cocaina assunta dal De Paoli, la morte subitanea del medesimo a seguito dell’afferramento del collo da parte dell’imputata, con costringimento di modesta entità, per eccessiva reazione vasovagale a causa dell’assunzione di cocaina e alcol, in un contesto pacificamente difensivo e con causazione sostanzialmente fortuita. Patrizia Pinheiro, per parole espresse dal professor Fineschi, è stata attinta da una ‘gragnuola di colpi’ da parte del De Paoli, e nel tentativo di allontanare l’aggressore, ha afferrato debolmente il glomo carotideo, provocandone la morte, che è stata immediata. Sono state categoricamente smentite sia la presenza di altre persone nel contesto dei fatti che altre supposte anomalie, che peraltro non sarebbero nemmeno rilevanti nel nostro processo.Attendiamo serenamente la discussione del processo che avverrà, come anticipato, il 22 gennaio 2025 ore 9”.
REPLICA MECCHI “Contro la sentenza del giudice di primo grado -spiega Mecchi – è stato fatto un appello che ha un senso tenendo conto di tutte le incongruenze che emergono dagli atti. In questa udienza è emerso che le indagini sono state fatte in modo lacunoso e ciò che era opportuno fare non è stato fatto. Ciò ha falsato inevitabilmente il tutto. Rimane un dato oggettivo emerso anche in questa udienza. E cioè che le analisi dei campioni volti a cercare cocaina nell’organismo di Pinheiro sono stati prelevati dopo dieci giorni.E un altro dato che è emerso è che anche il Pinheiro avesse assunto droga. A rettifica delle dichiarazioni del legale di Patrizia è stato evidenziato chiaramente
che la cocaina di per sé non è stato motivo di morte ma è intervenuto un afferramento del collo di De Paoli ad opera dell’imputata.Così come Pinheiro non correva pericolo di morte. Deliberatamente ha scelto di continuare nella sua opera delittuosa”.
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