L’avvocato della famiglia del 22enne trovato cadavere ha disposto accertamenti per svelare l’identità della “terza persona”
Gatti ribadisce “Patrizia assolta perché ha detto la verità”
di Alessandro Antonini
PERUGIA C’è un dna misto di una possibile terza persona sul luogo del delitto. E l’avvocato della famiglia della vittima, Samuele De Paoli, 22 anni, trovato morto all’alba del 28 aprile 2021, nudo, disteso dentro un fosso nella campagna di Sant’Andrea delle Fratte, ha richiesto il reperto per effettuare le analisi comparative. La legale Marilena Mecchi, che ha fatto riaprire il caso con l’avocazione del caso da parte della procura generale dopo l’assoluzione in primo grado della trans Patrizia dall’accusa di omicidio preterintenzionale (il pg Sergio Sottani nei giorni scorsi ha chiesto sei anni), ha sporto una nuova denuncia sulla quale la stessa procura generale ha avviato un’indagine “bis”. Un binario parallelo rispetto all’iter giudiziario iniziale, nel quale Mecchi vuol gettare una luce sulle ombre lasciate da quella doppia versione di Patrizia nel primo interrogatorio. “All’inizio – spiega Mecchi – la trans aveva parlato di una terza persona in auto con lei e Samuele quella sera, poi ha cambiato versione dopo un confronto con il suo legale. Nel secondo interrogatorio poi dice di essere stata avvicinata e minacciata se avesse parlato. Tutto questo fa pensare a un terzo soggetto che non è stato ancora identificato e che potrebbe modificare anche la dinamica stessa della colluttazione che ha portato alla morte per strozzamento di Samuele De Paoli. Per questo abbiamo deciso di chiedere alla procura generale di poter identificare quel dna misto isolato dalla polizia scientifica”. Anche perché in questa vicenda non si è ancora risposto a una domanda: chi ha fornito lo stupefacente, la cocaina, assunta dai ragazzi quella sera e ritenuta dalla difesa di Patrizia una con -causa del decesso di Samuele che aveva anche ingerito alcol? PARLA GATTI “Dalle analitiche e scientifiche affermazioni, più volte ribadite, dei periti Fineschi e Maiese – scrive Francesco Gatti, difensore della trans – nominati dal Giudice in primo grado, tale assunzione ha determinato in Samuele De Paoli uno stato di intossicazione acuta da cocaina (pagina 80 della perizia),con concentrazione del principio attivo della stessa tale da doversi considerarsi già letale di per sé. Patrizia non ha confessato alcunché, ma solo raccontato la verità, limpidamente confermata dai fatti. Del resto, altrimenti, non si spiegherebbe nè la richiesta di archiviazione della procura ordinaria nè tantomeno l’assoluzione con formula piena del giudice di primo grado”, conclude Gatti.
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