Bastia

Morte di Samuele, assolta la trans «Il fatto non costituisce reato»

Hudson Pinheiro Reis Duarte, 45enne brasiliana nota come Patrizia, era imputata di delitto preterintenzionale La rabbia della madre della vittima: «Mi viene da vomitare. Ma la battaglia per sapere la verità non finisce qui»

PERUGIA Hudson Pinheiro Reis Duarte è stata assolta perché il fatto non costituisce reato. Dopo due ore di camera di consiglio, questa è la conclusione a cui è arrivato il giudice per le udienze preliminari, Piercarlo Farabotta. Si chiude così, almeno in primo grado, la vicenda giudiziaria legata alla morte di Samuele De Paoli, deceduto il 27 aprile 2021 e trovato senza vita in un fossato, tra i campi di Sant’Andrea delle Fratte. Morto, accerteranno i medici legali, a causa della pressione esercitata sul nervo vagale da parte, appunto, di Patrizia che, come ribadito dalla consulenza disposta dallo stesso gup, in quel momento si trovava sotto al giovane che, viste le cosiddette ferite da pugile riscontrate sulle mani del ragazzo e le ferite medicate al pronto soccorso, la stava colpendo a pugni. Una colluttazione, sempre secondo questa ultima perizia, avvenuta nell’auto di Samuele, vicino alla quale è stato trovato il corpo. Allo stesso modo, sempre secondo gli accertamenti dei medici legali, tra le concause del decesso anche l’assunzione di cocaina da parte del ragazzo, che avrebbe amplificato gli effetti della stretta. A questo procedimento si è arrivati dopo un’iniziale richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica, contro la quale si era opposta la famiglia di Samuele che ha anche sostenuto come la ricostruzione sempre fatta sulla morte del 22enne fosse lacunosa, ritenendo plausibile che il giovane fosse stato ucciso altrove e, successivamente, portato dove è stato ritrovato. Secondo la parte civile, inoltre, Samuele e Patrizia non erano da soli e non sarebbe stata quella della prestazione sessuale la causa dell’aggressione. Prima che l’opposizione all’archiviazione venisse discussa, era sopraggiunta l’avocatura a sé del fascicolo da parte del procuratore generale Sergio Sottani che aveva originato, quindi, il procedimento per omicidio preterintenzionale che si è concluso ieri. Procedimento nel quale Pinheiro aveva chiesto di essere giudicata con rito abbreviato. La pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 6 anni. Di diverso avviso, come detto, il giudice che ha assolto l’imputata. A 90 giorni le motivazioni della sentenza. «Prima di ogni dichiarazione non possiamo dimenticare la grande tragedia che c’è a monte in questa storia, con la morte di un ragazzo di soli 22 anni», ha commentato l’avvocato Francesco Gatti, difensore dell’imputata. «La sentenza di assoluzione ci soddisfa pienamente ed era uno degli esiti che ci aspettavamo. Riteniamo che il Tribunale, vista la formula, ha ritenuto che Patrizia ha agito per legittima difesa. Aspettiamo in ogni caso le motivazioni per fare ulteriori eventuali commenti». «Vomito, me l’aspettavo questa sentenza perché è uno schifo sopra all’altro», questo l’amaro commento di Sonia, mamma di Samuele che con l’avvocato Marilena Mecchi conferma come la battaglia per la verità sulla morte del ragazzo non finisce con questa sentenza: «Presenteremo una querela per approfondire la questione e sulle altre persone che riteniamo fossero presenti. Vogliamo evidenziare tutti gli aspetti che in questa udienza preliminare non sono stati chiariti. Confidiamo nel fatto che il procuratore generale faccia appello».

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