IL CONGRESSO PDL CONFERMATI I COORDINATORI PROVINCIALI USCENTI
PERUGIA — E’ VARIAMENTE interpretabile l’esito del Congresso provinciale del Pdl: i vincitori (Massimo Monni e Andrea Lignani Marchesani nella foto) hanno una robusta maggioranza, ma gli sconfitti (Donatella Tesei e Luca Briziarelli) possono considerare d’aver ottenuto «un significativo successo».Il 25,41% ottenuto dalla cosiddetta ‘mozione dei sindaci’ è senza dubbio un segnale di fermento all’interno di un partito abituato al monolitismo. Eloquente la valutazione di Briziarelli, 36 anni, da due consigliature nella giunta di Passignano: «Oggi è un altro giorno. Abbiamo lanciato la seconda mozione in meno di due settimane. E siamo riusciti a presentarla anche perché lo stesso Alfano ha preteso la garanzia della nostra presenza. E’ chiaro che se fossero state Primarie l’avremmo spuntata noi. Abbiamo meno aderenti fra i tesserati, ma è anche intuibile che siamo più forti nel cuore di un elettorato che vuole idee più avanzate e vincenti». Per ora, comunque, parlano le cifre congressuali: su 2312 votanti (38,7% rispetto ai 6mila aventi diritto) Monni e Lignani hanno conquistato 1.721 consensi. A Tesei-Briziarelli ne sono andati 590. Il che significa che nel Coordinamento provinciale (composto da 30 membri) 22 o 23 seggi vanno ai vincitori e 7 o 8 agli avversari. Insomma una minoranza conclamata c’è.
«E ha voglia di dimostrarsi agguerrita — commenta ancora Briziarelli — tanto più che questo risultato c’è arrivato in buona parte dei giovani che sapevano di avere contro quasi tutti i vertici del partito. Soltanto il senatore Benedetti Valentini e Fiammetta Modena non si sono schierati con una delle due parti. E’ evidente che il Pdl aveva bisogno di stimoli». Più morbido il commento del vincente Massimo Monni: «Consideriamo con attenzione i contributi critici, comunque , di fronte a chi ci accusava di essere solo dei raccomandati, rivendichiamo la piena legittimità elettorale del nostro mandato. Siamo lieti che sia stato un Congresso vero, combattuto e partecipato. E, assieme a tutti, siamo ansiosi di fare meglio nell’interesse di un partito che è atteso da difficili cimenti comunali (Todi, Deruta, Bettona) e che vuole mettersi in condizione di vincere le regionali del 2015». Un sassolino, comunque, Monni vuole toglierselo: «I sindaci reclamano spazio e voce in capitolo? Certo, però non dimentichino che le giunte comunali le hanno conquistate perché hanno avuto alle spalle un partito forte. Loro si vantano di avere il voto giovane? La metà dei giovani ha votato per noi. Ora c’è da lavorare insieme per i medesimi traguardi».
Gianfranco Ricci
Gianfranco Ricci
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