Bastia

Molotov in chiesa e in procura, chiesta la perizia

AL PROCESSO UNO PSICHIATRA VALUTERA’ SE IL GIOVANE E’ CAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE
IL DANNEGGIAMENTO-Avvenne nell’ottobre 2009 a San Michele Arcangelo di Bastia Umbra

BASTIA —FABRIZIO PIORICO, il «bombarolo» che mesi fa lanciò un petardo negli uffici della procura, chiede una perizia psichiatrica. Lo fa nel corso dell’udienza preliminare in cui è imputato di incendio e danneggiamenti alla chiesa di San Michele Arcangelo di Bastia Umbra. I fatti risalgono alla notte tra il 20 e il 21 ottobre 2009 ma il gup Lidia Brutti solo a fine giugno valuterà cosa fare. E, quindi, se l’imputato è nelle condizioni di affrontare un giudizio penale. Piorico, 33 anni, difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Guido Rondoni, viene accusato di aver fabbricato e detenuto alcune bottiglie molotov lanciate contro la chiesa bastiola. Il pubblico ministero gli contesta di aver portato «in luogo pubblico» e «fatto scoppiare, per incutere timore», alcune molotov (tra sei e dieci) lanciandole contro l’edificio sacro. Il complice di Piorico è stato identificato dai carabinieri in Simone Perris, 24enne spoletino che – secondo le indagini – avrebbe accompagnato l’amico in macchina sul luogo dell’esplosione. La procura va dritta: «Ha posto in essere atti idoneii diretti in modo equivoco a cagionare un incendio». La chiesa non ha preso fuoco ma in compenso i sassi e le bottiglie scagliate hanno danneggiato le mura e le vetrate del luogo di culto. Stando alla versione accusatoria Piorico ha «fabbricato l’ordigno esplosivo composto da polvere pirica e una bomboletta di gas», oltre ad aver «detenuto sostanze chimiche tra cui il salnitro, avente potenziale finalità esplodente». In sede di esecuzione dell’arresto, avvenuto oltre un mese dopo i fatti, Piorico «si è rifiutato di sottoporsi ai rilievi dattiloscopici», comportamento che gli è costato l’ulteriore contestazione penale di «inosservanza dei provvedimenti dell’autorità». Il parroco della chiesa di Bastia, indicato dal pm come persona offesa, non si è costituito parte civile.

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